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SCAMBI INTERNAZIONALI

Londra-Canberra-Wellington: il dopo Brexit passa per le vecchie colonie enoiche

Dopo l’accordo di libero scambio con l’Australia, la Gran Bretagna formalizza quello con la Nuova Zelanda: via le tariffe sul vino
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La premier neozelandese Jacinta Arden con il Primo Ministro inglese Boris Johnson

Tra le vecchie colonie della Gran Bretagna, ancora legate, non solo simbolicamente, dal Commonwealth, ce ne sono almeno un paio in cui la viticoltura ha decisamente attecchito, diventando un comparto economico e produttivo di primo piano. È ciò che è accaduto, negli ultimi decenni, in Australia ed in Nuova Zelanda, Paesi con cui Londra, dopo aver lasciato il mercato unico europeo, ha oggi bisogno di costruire rapporti commerciali ancora più solidi. Anche in ottica enoica. Va proprio in questa direzione l’accordo di libero scambio siglato tra Gran Bretagna e Nuova Zelanda, raggiunto già ad ottobre 2021, ma ufficializzato ieri, che ha trovato subito l’entusiasmo dei produttori neozelandesi, che vedono aprirsi possibilità enormi in ottica futura, che cancella i dazi (10-12 pence a bottiglia per i vini fermi e 22 pence per gli spumanti). Tra Australia e Gran Bretagna, invece, l’accordo di libero scambio era stato firmato a giugno 2021, e prevede una sensibile riduzione delle tariffe sul vino australiano per un periodo di 15 anni.
“Questo accordo ci aiuterà a rimuovere gli ostacoli tecnici ed a minimizzare gli oneri legati ad etichettature e certificazioni”, commenta Philip Gregan, Ceo dei New Zealand Winegrowers. “La Gran Bretagna è il secondo mercato export per il vino neozelandese, con un valore delle spedizioni che nel 2021 ha toccato i 400 milioni di dollari, e questo passaggio ci permetterà di crescere ancora”. Anche l’amministratore delegato della Wsta, Miles Beale, ha accolto con favore l’accordo, ricordando come “sarà utile anche per sostenere i posti di lavoro e gli investimenti del settore in Gran Bretagna, garantendo una scelta sempre maggiore per i consumatori, eliminando le barriere tariffarie e le certificazioni che accompagnano le importazioni enoiche dalla Nuova Zelanda. Il giro d’affari del vino neozelandese al consumo - aggiunge ancora Miles Beale - è di 750 milioni di sterline, mentre le spedizioni dalla Gran Bretagna ammontano a 15 milioni di sterline, principalmente grazie al Gin, che ha raddopiato il valore del suo export negli ultimi tre anni.

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