Il valore delle filiera della frutta e verdura italiana, che vale 15 miliardi di fatturato alla produzione e 5,5 di export (secondo solo al vino), la sfida della nutrizione e della sicurezza alimentare per una popolazione mondiale in continua crescita, la cooperazione internazionale nel settore, in particolare tra Italia ed alcuni Paesi africani (come il Ruanda, rappresentato dalla Ministra per le Politiche Comunitarie Rebecca Alitwala Kadaga, ed il Niger, presente con la Ministra dell’Industria e Imprenditoria, Gourouza Magagi Salmou) e l’innovazione: ecco gli argomenti più importanti che saranno analizzati a Macfrut (da ieri al 6 maggio, a Rimini).
“Macfrut è un bel segnale di ripresa di un settore strategico per l’Italia”, ha detto il Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, che ha aggiunto: “abbiamo tante sfide davanti, abbiamo numeri che ci dicono che stavamo uscendo molto bene da anni difficili ma questa assurda guerra ci rimette al centro criticità che speravamo fossero superate dopo la pandemia: una crisi che introduce elementi distorsivi dei mercati, aumenti dei costi di materie prime ed energia, che mette a rischio la capacità di investimento degli imprenditori agricoli italiani. La capacità di investimento oggi è la prima cosa che dobbiamo difendere, la grande domanda a cui dobbiamo rispondere è: “come facciamo a produrre cibo per 10 miliardi di persone senza impattare sull’ambiente, garantendo a tutte le popolazioni del mondo un accesso sicuro al cibo?” Oggi l’Europa deve unirsi per affrontare questa crisi - ha detto Patuanelli - perché a questa domanda si risponde con l’innovazione e quindi con la capacità di investimento. L’innovazione sarà il faro che ci guiderà verso un’agricoltura diversa. E l’imprenditore non ha possibilità di investire se non con una semplificazione normativa, accesso al credito garantito e la risoluzione di problemi strutturali del settore. Sul tema dell’acqua bisogna continuare ad investire per sfruttare di più l’acqua piovana e realizzare infrastrutture per l’agricoltura, contrastando anche il grosso problema della siccità. Non è pensabile che un imprenditore che ha 10 ettari abbia il suo drone o alte tecnologie, dobbiamo creare servizi condivisi attraverso consorzi e associazioni di categoria. Poi c’è il tema dell’Africa: non è accettabile che una crisi internazionale come questa, che mette in difficoltà le nostre economie, porti una parte del mondo in difficoltà e che la condanni a una povertà assoluta. L’Europa non può non porsi questo problema. La Fao se ne sta già occupando, ma tutti dobbiamo aiutare i Paesi che oggi vivono queste difficoltà per principi di umanità. Insieme dobbiamo fare sforzi e stare vicini a chi non può mangiare”.
E se Renzo Piraccini, presidente Macfrut, ha sottolineato come “nonostante il clima di grande incertezza e le tensioni internazionali conseguenti alla guerra in Ucraina, questo Macfrut si apre nel segno dell’ottimismo”, secondo la Vice Ministra degli Affari Esteri, Marina Sereni, “Macfrut va molto oltre il settore ortofrutticolo in senso stretto perché affronta tematiche trasversali molto importanti, dalla smart agricolture ai sistemi di precisione e sistemi di irrigazione, attraverso il ricorso alle nuove tecnologie. L’Africa occupa una posizione prioritaria nell’agenda strategica dell’Italia, nella cooperazione e nello sviluppo. Insieme Italia, Europa e Africa rappresentano un’unica area, una sorta di continente verticale che ci vede esposti alle stesse sfide e minacce, ma che allo stesso tempo ci vede esposti anche alle comuni opportunità. In merito alle sfide comuni è necessario citare il cambiamento climatico, promozione della transizione energetica e sviluppo sostenibile. Tra le sfide comuni c’è quello della sicurezza alimentare, storico pilastro della cooperazione. L’attenzione verso il continente africano è molto alta, può svolgere un ruolo trainante. Creare benessere per le persone è il nostro obiettivo attraverso la modernizzazione e l’internazionalizzazione. Se cresce l’Africa cresciamo anche noi”.
“Davanti a noi abbiamo una dinamica di globalizzazione selettiva - ha sottolineato Maurizio Martina, vice direttore generale Fao - ed il rapporto con l’Africa in questo senso è strategico. Sono felice che questa fiera rafforzi sempre di più questo spirito di partenariato e cooperazione. Siamo nel pieno di una crisi energetica che aumenta vertiginosamente i costi di produzione delle imprese agricole e il modo di fare agricoltura si sta stravolgendo: nessuno si può sentire al riparo. L’innovazione deve essere al servizio di tutti. Stiamo cercando di comporre faticosamente questo puzzle di energie che devono lavorare insieme: questa fiera è un’occasione formidabile per mettere a fattor comune l’esperienza. A Macfrut si fa business ma anche cooperazione”. “Il nostro obiettivo strategico nel prossimo triennio è quello di fare di Macfrut la vetrina più importante a livello Europeo. Per il sistema Italia il Macfrut deve diventare l’evento europeo e mondiale su cui fare convergere tutti gli operatori del settore ortofrutticolo. Una vetrina per il sistema Italia per presentarsi al mondo attraverso eccellenze, know how e testimonianze dirette di aziende e operatori che sono un importante e qualitativo tassello del made in Italy di qualità”, ha aggiunto il direttore Ice, Roberto Luongo.
Focus - Africa, da Continente degli aiuti a quello delle opportunità
“Nel 2030 il valore del settore agricolo africano potrebbe arrivare ad 1 trilione di dollari: viste le sue potenzialità di sviluppo nell’agribusiness Confindustria Assafrica & Mediterraneo si è mossa per tempo consolidando un rapporto molto stretto con Macfrut 2022. In fiera favoriamo le aggregazioni fra imprenditori italiani e africani quale chiave di sviluppo per l’agribusiness in Africa. I risultati sono già strabilianti, considerati i 200 espositori africani in Macfrut 2022”. Così Antonio Montanari, vicepresidente Confindustria Assafrica & Mediterraneo, che ha introdotto l’open day “Fare Agribusiness in Africa in modo consapevole”, a Macfrut 2022. Insieme a lui hanno portato la loro testimonianza due imprese associate: Friostar, che opera nel campo della refrigerazione, con sede nel riminese e la reggiana Rovatti Pompe, entrambe approdate in Africa prima come fornitori, poi la loro presenza è diventata stabile, supportati da Confindustria Assafrica & Mediterraneo. Forte la crescita economica registrata dell’agribusiness in Africa: dal 2015 al 2019 ha registrato un aumento di energia elettrica da fonti rinnovabili del 40% e l’agricoltura è il più grande business.
“In Africa - ha sottolineato Montanari - si trova il 65% delle terre arabili non ancora coltivate, le innovazioni digitali stanno guidando lo sviluppo aprendo nuove opportunità, per questo supportiamo le imprese italiane nel processo di internazionalizzazione”. “Nel 2021 l’export ha riguardato 1,39 miliardi di euro - ha concluso Letizia Pizzi - per tutti è il Paese degli aiuti, per noi è la terra delle opportunità, soprattutto nel settore dell’agroindustria”.
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