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LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE ALIMENTARE: IN 2011 79.000 CONTROLLI, SEQUESTRATI PRODOTTI PER 37 MILIONI DI EURO, 8.700 SANZIONI E 1.300 PERSONE SEGNALATE. I DATI DEL MINISTERO DELL’AGRICOLTURA. COLDIRETTI: A TAVOLA COSTA 164 MILIONI DI EURO AL GIORNO

Si fa sempre più serrata e coordinata la lotta alla contraffazione e alle frodi nel settore agroalimentare in Italia, che ha chiuso il 2011 con oltre 79.000 controlli, quasi 37 milioni di euro di valore di prodotti sequestrati, 8.700 sanzioni amministrative elevate e 1.300 persone segnalate all’Autorità giudiziaria. E’ il bilancio delle attività operative condotte dai quattro organismi che dipendono dal Ministero delle Politiche Agricole, illustrato dal Ministro Mario Catania oggi a Roma, per la prima volta in modo congiunto a dimostrazione che si tratta davvero di una battaglia a tutto tondo. Le attività illustrate sono state infatti condotte dalla Guardia Costiera-Capitanerie di Porto, l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf), il Comando Carabinieri politiche agricole e alimentari (Nac) e il Corpo forestale dello Stato. E, in particolare, gli ultimi tre nel 2011 hanno registrato un aumento nei controlli dell’8% sul 2010. “Il nostro obiettivo - ha detto il Ministro - è lottare per la legalità in Italia, combattendo in modo sempre più efficace tutte le forme di contraffazione alimentare per tutelare il consumatore e il produttore onesto e difendere la sua redditività”.
“Lavorerò a margine del prossimo Consiglio europeo dei Ministri per l’introduzione dell’obbligo, per ciascuno Stato membro, di attivarsi sul proprio territorio per tutelare i prodotti a rischio contraffazione, senza attendere la denuncia delle parti interessate”. Si tratta di una proposta avanzata nella tutela della qualità, per poter riscrivere il regolamento attuale sulle denominazioni di origine controllata, in modo da perseguire gli illeciti. Secondo le norme attuali infatti, i Paesi Ue possono intervenire a tutela dei propri prodotti a denominazione solo dopo che le parti interessate, produttori o consorzi, abbiano denunciato la contraffazione o la frode subite. “Un conto è aspettare la denuncia da parte di un privato - ha detto Catania - altro è invece che ogni Paese si attivi per tutelare tutti i prodotti; c’é una grande differenza e, se questa proposta verrà approvata, avremo fatto davvero un grosso passo avanti”.

Focus - Coldiretti: la contraffazione a tavola costa 164 milioni di euro al giorno
Dalla lotta alla contraffazione possono venire fino a 300.000 nuovi posti di lavoro con il fatturato del falso made in Italy che solo nell’agroalimentare ha raggiunto i 60 miliardi di euro. Lo afferma la Coldiretti nel commentare positivamente i risultati ottenuti dagli oltre 79.000 controlli effettuati nell’ambito delle attività operative condotte dai quattro organismi che dipendono dal Ministero delle Politiche Agricole ed illustrati dal Ministro Mario Catania. “Il fatto che per effetto della falsificazione vengano sottratti all’agroalimentare nazionale ben 164 milioni di euro al giorno dimostra che insieme al contrasto all’evasione fiscale, la lotta alla contraffazione e alla pirateria rappresentano per le Istituzioni un’area di intervento prioritaria per recuperare risorse economiche utili al Paese e generare occupazione”, afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini.
“Si tratta - aggiunge Marini - di un crimine particolarmente odioso in tempi di crisi perché si fonda soprattutto sull’inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti. Spesso la criminalità si avvantaggia della mancanza di trasparenza nei flussi commerciali e nell’informazione ai consumatori. In questa situazione c’è spazio per comportamenti illeciti dagli effetti gravissimi sia per la salute delle persone che per l’attività economica delle imprese. Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto messa in atto dalla Magistratura e da tutte le forze dell’ordine impegnate confermano - ha sostenuto Marini - la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata, voluto con una legge nazionale all’inizio dell’anno approvata all’unanimità dal parlamento italiano ma non ancora applicato per le resistenze comunitarie”.
La lotta alla contraffazione alimentare è considerata prioritaria dalla maggioranza dei cittadini: le frodi a tavola sono le più temute da sei italiani su dieci anche i rischi che comportano per la salute, secondo una indagine Coldiretti/Swg. Al secondo posto (40%) vengono quelle legate al fisco, mentre le truffe finanziarie sono lo spauracchio del 26% degli italiani, seguite a stretta distanza da quelle commerciali, come la contraffazione dei marchi (25%). “Ai danni provocati sul mercato nazionale si aggiungono quelli sulle esportazioni agroalimentari che - continua la Coldiretti - potrebbero addirittura triplicare con una radicale azione di contrasto al falso made in Italy nel mondo. Ad essere colpiti sono i prodotti più rappresentativi dell’identità alimentare: dai pomodori San Marzano coltivati in Usa al “Parma salami” del Messico, dal Parmesao del Brasile allo Spicy thai pesto statunitense, dall’olio Romulo con tanto di lupa venduto in Spagna al Chianti prodotto in California, ma anche una curiosa “mortadela” siciliana dal Brasile, un “salami calabrese” prodotto in Canada, un barbera bianco rumeno e il provolone del Wisconsin. Una concorrenza sleale nei confronti dei produttori nazionali con il rischio che, soprattutto nei Paesi emergenti come la Cina, si radichi tra i consumatori un falso made in Italy che - conclude la Coldiretti - non ha nulla a che fare con il prodotto originale e che toglie invece spazio di mercato ai prodotti autentici”.

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