02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

MADE IN ITALY & AGRICOLTURA: IL FINTO PECORINO DI STATO UCCIDE I PASTORI. LA COLDIRETTI, GIUSTAMENTE, RILANCIA … LA DOMANDA DI WINENEWS: “IN QUANTI ALTRI CASI DI FINTO MADE IN ITALY PARTECIPA LA SIMEST (MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO)?”

Ad uccidere i pastori italiani è la concorrenza sleale di imitazioni come il formaggio di latte di pecora prodotto dallo Stato italiano in Romania e venduto in Europa e negli Stati Uniti, con marchi come Toscanella, Dolce Vita e Pecorino che richiamano al made in Italy, a danno dei prodotti originali realizzati in Italia con latte italiano. Lo afferma la Coldiretti nel sottolineare che la partecipazione della società Simest, controllata dal Ministero dello Sviluppo Economico, nella fabbrica romena denominata Lactitalia è un evidente caso di finto Made in Italy (o Italian sounding) che tutti condannano con l’aggravante che, a differenza dei casi più noti del parmesan e del provolone statunitense, in questo caso è lo Stato italiano a produrre all’estero e l’Italia a comperarlo.
“Attendiamo i risultati del gruppo di lavoro istituito su nostra sollecitazione dal Ministero delle Politiche Agricole per far luce sulla concorrenza sleale proveniente dall'estero al prodotto italiano, ma intanto - sottolinea la Coldiretti - dobbiamo rilevare che …
1) è confermata dalla stessa società Simest la partecipazione nel capitale della Lactitalia srl che produce in Romania vicino a Timisoara;
2) da sito www.lactitalia.ro emerge che Lactitalia vende formaggi ottenuti con latte ungherese e romeno con marchi che richiamano al Made in Italy come Dolce Vita, Toscanella e Pecorino ma anche mascarpone, ricotta, mozzarella, caciotta, solo per citarne alcuni. La capacità di trasformazione dello stabilimento vicino a Timisoara è pari a circa 100.000 litri di latte al giorno e per quanto attiene ai prodotti finiti la loro commercializzazione avviene verso gli Usa, l’Unione Europea e la Romania;
3) secondo la Simest nella proprietà della Lactitalia l’altro socio Roinvest srl fa capo alla Famiglia Pinna, proprietaria di un’azienda casearia in Sardegna che - secondo Simest - è cresciuta a partire dal 2004, proprio quando è iniziata la grande crisi del pecorino italiano legato alla sostituzione sul mercato statunitense con finti formaggi Made in Italy, che ha portato alla chiusura di migliaia di allevamenti di pecora nell’Isola”.
La produzione nazionale di latte di pecora ha avuto una tendenza cedente a causa del trend negativo nella remunerazione del latte nell’ultimo quinquennio durante il quale per molte aziende i ricavi sono risultati inferiori ai costi, per il forte potere contrattuale delle industrie nei confronti dei pastori e per la riduzione degli acquisti sui mercati esteri del pecorino fatto con latte italiano a favore prodotti simili di imitazione ottenuti in altri paesi.
“Sarebbe opportuno a questo punto - conclude la Coldiretti - che, non tanto la Simest, ma il Ministero dello Sviluppo Economico, spiegasse in dettaglio “come si giustifica l’utilizzo di risorse pubbliche per effettuare un investimento all’estero in cui lo Stato diventa proprietario di una azienda che fa concorrenza sleale ai nostri pastori?” e “in quali altri imprese è coinvolta nel mondo la Simest nella produzione di finto Made in Italy, alimentare e non, che fa concorrenza sleale alle imprese italiane?”.

Focus - La domanda di WineNews: Simest, se esistono altri casi in cui l’azienda di stato per l’internazionalizzazione delle imprese è anche solo minimamente in concorrenza con le stesse, si sappia presto e si faccia chiarezza ...
Speriamo che non sia la punta di un iceberg, come accade spesso, e che il caso del pecorino “Italian sounding” prodotto in Romania da Lactitalia, una società partecipata dalla Simest, l’azienda italiana controllata al 76% dallo Stato italiano che si occupa della internazionalizzazione delle imprese del Belpaese, sia un caso unico e grottesco. Per carità, nulla di illegale, anche perché nelle etichette di prodotti come “Toscanello”, “Pecorino” o “Dolce vita”, sarebbe scritto che il latte è romeno, e ci sarebbero tutte le autorizzazioni dell’Unione Europea. Ma, sicuramente, è inopportuno che un’azienda che nasce al servizio delle imprese italiane, sia anche minimamente concorrente delle stesse. In caso contrario, se ci sono altri casi nel settore del latte o in altri, vengano alla luce e presto, e si faccia chiarezza.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli