Nell'ottica di un maggiore supporto all'internazionalizzazione delle imprese italiane, appare "urgente" ridefinire "l'intera architettura istituzionale" dedicata a sostenere le aziende e i loro titolari. A sostenerlo è il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo.
"E' urgente ripensare l'intera architettura istituzionale che sostiene l'internazionalizzazione delle imprese", ha osservato il numero uno degli industriali, attraverso una strategia mirata e disegnata intorno a punti di intervento precisi. A giudizio di Montezemolo - che ha esplicitato tre punti in particolare - occorre, in primo luogo, "coordinare i ministeri che si occupano di internazionalizzazione" di modo che ci sia una "governance di governo" definita. In seconda battuta, ha proseguito, bisogna "razionalizzare il flusso dei finanziamenti al fine di evitare sprechi e dispersioni" e, in terzo luogo, "ridefinire le competenze e chiudere, se necessario, enti preposti a sostenere l'internazionalizzazione delle imprese".
Nel sottolineare come esistano fin troppe sigle operative in materia, "in questo siamo davvero campioni del mondo", Montezemolo non ha mancato di toccare l'Ice, l'istituto per il commercio estero italiano. "L'Ice - ha puntualizzato a fianco del ministro per il Commercio internazionale e per le Politiche europee, Emma Bonino - va riconfigurato secondo un modello privato. Non è pensabile - ha proseguito - che, nel 2006, l'Ice spenda 60 milioni di euro per un piano di promozione delle imprese e abbia costi di finanziamenti superiori ai 95 milioni di euro. E' paradossale: qualunque azienda sarebbe fallita da tempo".
Nella sua disamina sull'internazionalizzazione - considerata di primaria importanza per le aziende italiane e per lo stesso Paese - Montezemolo ha anche toccato il tema sulla distribuzione geografica di enti come ambasciate e consolati. "La presenza sui mercati - ha precisato riferendosi a questi uffici - è a dir poco anacronistica e sbilanciata sui Paesi europei che sono dietro l'angolo. Ci sono 11 consolati in Svizzera mentre in Cina operano un terzo dei funzionari attivi in Gran Bretagna".
Davanti agli imprenditori della moda e del tessile, il presidente di Confindustria, infine, ha puntato l'indice anche sull'attività, in Paesi stranieri, avviata da enti territoriali come Regioni e Province: "adesso - ha concluso - aprono uffici commerciali anche Regioni e Province. Poi ci saranno i Comuni e, tra qualche anno le circoscrizioni".
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024