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MADE IN ITALY: IN QUALITÀ LOCALE SPINA DORSALE ECONOMIA. RAPPORTO AGRO-TERRITORIALE COLDIRETTI-LEGAMBIENTE

La spina dorsale dell'economia italiana sta nelle qualità territoriali, presenti nove volte su dieci nei piccoli comuni, che spingono un agricoltore su tre a scegliere di produrre con marchi di qualità, 3,5 milioni di turisti ogni anno verso mete enogastronomiche e sviluppano un fatturato di 8,5 miliardi di euro con i prodotti a denominazione di origine.

Sono i numeri del successo "della Terza Italia dove il 94% dei 5.824 piccoli comuni vanta almeno un prodotto certificato Dop", ribaditi da Coldiretti e Legambiente "con l'orgoglio di un'economia né di nani né di giardinieri" per la presentazione, avvenuta ieri a Roma, del Primo rapporto sulle qualità agro-territorialì, elaborato da Ager.

Sul podio delle eccellenze il Trentino Alto Adige risulta leader nell'agriturismo, l'Abruzzo per parchi e aree protette, il Lazio nei comuni liberi da transgenico, la Sardegna nelle coltivazioni biologiche e la Valle d'Aosta nei prodotti tipici.

"Una fotografia che ribalta molti luoghi comuni -ha sottolineato il segretario generale della Coldiretti Franco Pasquali - con indici che vedono, ad esempio, Molise e Calabria molto attive nell'avviare le strade del vino o la Campania perdere l'immagine di regione delle discariche e criminalità mostrando ricchezza di aree protette con segnali di nuova vitalità, insieme a Lazio-Abruzzo e Sardegna, sulla difesa del territorio da contaminazioni Ogm".

Il Rapporto analizza il territorio italiano attraverso una decina di indicatori socio-economici della qualità agro-territoriale: tra essi i 4.000 prodotti tradizionali con almeno 25 anni di storia, i 148 prodotti Dop e Igp che danno all'Italia il primato europeo, i 29.111 Km quadrati di parchi ed aree protette che occupano il 10% del territorio nazionale.

"La capacità del territorio nel generare valore è anche dimostrata - continuano Coldiretti e Legambiente - dal fatto che quasi la metà degli oltre quattromila prodotti tradizionali censiti a livello nazionale, per l'utilizzazione di metodi di lavorazione rimasti inalterati nel tempo, ha un nome che evoca il territorio anche attraverso espressioni dialettali".
Un patrimonio anche lessicale quindi, oltre che produttivo e di presidio ambientale, che secondo il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni "dà un valore aggiunto inimitabile al made in Italy, di fronte alla spregiudicatezza e alla concorrenza sleale dell'agropirateria, con l'indicazione dell' origine del prodotto in etichetta che diventa un elemento indispensabile di difesa e di garanzia della produzione nazionale".

Per evidenziare l'idea del nuovo modello di sviluppo secondo il presidente onorario di Legambiente Ermete Realacci "basta pensare che un tempo il numero di occupati in agricoltura era un indice di arretratezza di un Paese, mentre oggi una filiera che punta alla qualità agro-territoriale è considerato indice di modernità e di un modello di sviluppo che guarda al futuro affondando nelle radici della tradizione.

Contro il fenomeno dei prodotti alimentari "Italian Sounding" (che sembrano italiani) che, solo nella grande distribuzione americana, vengono venduti ogni anno per 16,2 miliardi di dollari, c'è una sola chance - conclude Realacci - cioé scommettere sulla creatività, sulla ricerca, sul gusto, sulle tradizioni che nessuno può copiarci o delocalizzare".

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