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MADE IN ITALY - LA COLDIRETTI: "LA RISCOSSA PARTE DALLA CAMPAGNA"

"La riscossa del Made in Italy può partire dalle campagne dove la nuova agricoltura "coltiva" qualità, ambiente e rispetto del territorio dal quale può nascere una stagione di successi per l enogastronomia, il turismo e lo sviluppo sostenibile del Paese". E' quanto ha affermato il direttore generale della Coldiretti Franco Pasquali nel convegno di Legambiente a Ravello su "Il sogno e le reti: la scommessa della qualità italiana".

L'Italia della qualità è il varo valore aggiunto del Paese che le forze sociali e le Istituzioni devono mettere in rete e per questo - ha sottolineato Pasquali - serve una concertazione multidimensionale di livello europeo e nazionale, che non trascuri però il territorio e le opportunità di sviluppo locale che può offrire. Si rende dunque sempre più necessaria - ha concluso Pasquali - una lettura dell'economia del territorio fondata sullo sviluppo delle nuove attività attente a valorizzare al massimo le risorse esistenti e in questa situazione l'impresa agricola ha un ruolo fondamentale.

L'agricoltura italiana - sottolinea la Coldiretti - è leader in Europa sul piano quantitativo, qualitativo e del rispetto ambientale con una produzione da primato degli elementi base della "dieta mediterranea" come grano duro per la pasta, frutta e verdura, olive da olio e uva da vino, ma anche per il fatto che in Italia si ottiene un quarto del biologico coltivato nell'Europa allargata e oltre un quinto dei prodotti tipici riconosciuti dall'Unione Europea come Dop e Igp.

Un risultato - precisa la Coldiretti - frutto dell'impegno di 975.000 imprese agricole iscritte alle Camere di commercio, quasi il 17% del totale delle imprese nazionali, che contribuiscono alla crescita sostenibile del Paese e che offrono opportunità occupazionali a quasi un milione di lavoratori dipendenti, dei quali il 10% extracomunitari. Il settore - precisa la Coldiretti - dopo anni di "appeal zero" mostra una inversione di tendenza e la voglia di impresa nelle campagne fa segnare nel secondo trimestre del 2004 un tasso di natalità delle attività positivo (+0,23%).

Un dato realizzato dopo un aumento record del 4,8% nel Valore Aggiunto registrato dall'agricoltura nel primo trimestre, che è risultato il più elevato tasso di crescita congiunturale tra le diverse attività produttive: dall'industria ai servizi.

Ma gli incoraggianti andamenti economici più recenti sono la conseguenza - spiega la Coldiretti - degli investimenti nella qualità e nel rispetto ambientale effettuati dalle imprese agricole nel tempo: la percentuale degli ortofrutticoli con presenza di residui irregolari di agrofarmaci è diminuita di tre volte in dieci anni passando dal 5,6% nel 1993 all'1,8% nel 2003 con il risultato di rendere la frutta e la verdura italiane le più sane in Europa; dal 1990 ad oggi la superficie nazionale coltivata a biologico è aumentata di cento volte (da 10.000 ettari a oltre un milione) e le "bio" imprese sono cresciute di oltre 60 volte (da 800 a 51.400), mentre il numero di prodotti tipici nazionali riconosciuti dall'Unione Europea è lievitato del 35% dal 2000 ad oggi (137 rispetto a 102 del 2000) e gli agriturismi sono quasi il 50% in più rispetto al 1999 (da 8.500 a 12.500).

Uno sviluppo nella qualità che non è destinato a fermarsi tanto che entro la fine dell'anno - sottolinea la Coldiretti - saranno almeno 150 le specialità alimentari nazionali riconosciute dall'Unione Europea come denominazioni protette (DOP/IGP).

Sul piano della produzione biologica l'Italia - continua la Coldiretti - è leader in Europa: oltre una impresa biologica europea su tre è italiana e la superficie nazionale a biologico rappresenta un quarto del totale coltivato a livello comunitario. In Italia - conclude la Coldiretti - sono presenti oltre 51.400 imprese agricole impegnate nel biologico con la coltivazione di quasi un milione 170 mila ettari destinati a foraggio, cereali, olivi, viti, agrumi, frutta, ortaggi e l'allevamento di 164 mila bovini, 660 mila pecore e capre, quasi 20 mila maiali e circa 940 mila tra polli e conigli.

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