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“MAFIE IN PENTOLA. LIBERA TERRA, IL SAPORE DI UNA SFIDA” SBARCA ALL’“ALCE NERO CAFFE’” DI BOLOGNA CON TRE DATE DELLO SPETTACOLO CIVILE-GASTRONOMICO, SCRITTO DAL GIORNALISTA ANDREA GUOLO E INTERPRETATO DA TIZIANA DI MASI (9-16-23 MARZO)

“Mafie in pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida”, lo spettacolo civile - gastronomico scritto dal giornalista Andrea Guolo arriva anche all’Alce Nero di Bologna: tre serate per dare scacco alle mafie puntando sul cibo biologico, sulla legalità e sulla bravura dell’attrice Tiziana Di Masi, perché l’agricoltura biologica è uno dei settori economici che può soppiantare la mala pianta e dare speranza, e risultati concreti, alle terre del Sud. Tre venerdì (9, 16, 23 marzo) per uno spettacolo sul gusto con alcune tra le eccellenze dell’agroalimentare italiano e, in parallelo alla pièce, tre menù celebrano le regioni meridionali, i sapori della cucina migliore, quelli conservati e protetti dall’agricoltura biologica e legale (info: www.alcenerocaffe.it).
“Mafie in pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida” racconta un viaggio tra le cooperative di Libera Terra dove è nata una “bella economia”, i cui cardini si chiamano agricoltura biologica, qualità, lavoro e rispetto delle leggi. È uno spettacolo che si fonda sulla speranza e sulla rinascita, dell’uomo come della terra, e che sazia la fame di legalità e di cose buone, facendo del cibo un’importante occasione di riscatto sociale.
Nella Piana di Gioia Tauro, dove un tempo la ‘ndrangheta abbatteva gli ulivi per ricavarne legname e non cederlo alle cooperative, si originano oggi quei polloni che daranno l’olio della speranza; i vigneti che la Sacra Corona Unita bruciava in Puglia ora tornano a fiorire e a regalare un grande vino; in Sicilia si afferma un’agricoltura che rompe il muro delle regole mafiose e versa i contributi ai lavoratori: dalla terra, un’Italia migliore è possibile.

Focus - Libera Terra, dal 1948 ...
La lotta alla mafia ha radici profonde, che vanno indietro nel tempo fino al Secondo Dopoguerra: allora come oggi, in prima fila c’era il movimento contadino, capeggiato da un sindacalista di estrazione socialista, Placido Rizzotto. Rapito dalla mafia il 10 marzo 1948 ed ucciso poco dopo, torna oggi a riempire le pagine: sono suoi i resti scoperti alla porte di Corleone nel 2009. Le sue idee, invece, da 64 anni ispirano le lotte di chi, come Libera Terra, lavora ogni giorno per garantire al Paese un futuro di legalità a partire dai campi, portando la propria esperienza in giro per l’Italia con iniziative come “Mafie in Pentola”, lo spettacolo civile - gastronomico che “dà scacco matto alla mafia” e che sbarca oggi, il 16 e 23 marzo, al Caffè Alce Nero di Bologna con i prodotti nati nelle terre confiscate alla mafia.

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