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I PROBLEMI DELLA VITE

Malattie del legno, la soluzione arriva dalla gestione del vigneto, dalla potatura alla gestione

Esperti e tecnici internazionali protagonisti della tavola rotonda “Non abbocchiamo all’esca”, organizzata dal Consorzio del Gavi
CONSORZIO DEL GAVI, MAL DELL'ESCA, MALATTIE DEL LEGNO, Italia
Una vite attaccata dal mal dell’esca

Una potatura rispettosa dei flussi di linfa, unita ad un approccio sistemico, che coinvolga tutti gli aspetti agronomici, dalle scelte di impianto ai terreni vocati, dalle barbatelle e porta innesti selezionati alla gestione del vigore del vigneto, senza trascurare evidentemente l’impatto di un clima sempre più imprevedibile nelle ultime stagioni: la risposta in vigna alle cosiddette “malattie del legno”, una serie di patogeni che affliggono la pianta della vite con tempi e modalità diverse, genericamente vengono detti mal dell’esca, è complessa ma possibile. E diventa fondamentale se si pensa che queste malattie incidono in maniera sempre più importante sulla qualità del lavoro dei viticoltori, arrivando a colpire il 10% del vigneto italiano, e se fino a qualche anno fa attaccavano il tronco di piante adulte oggi sono presenti anche in impianti di 7/8 anni, causandone il deperimento precoce, e le viti colpite da questi patogeni non arrivano mai al pieno potenziale produttivo, generando dunque una sostanziale diminuzione di reddito per il produttore. Ecco il tema al centro della tavola rotonda “Non abbocchiamo all’esca”, a Novi Ligure, con esperti e tecnici internazionali chiamati a confrontarsi dal Consorzio del Gavi.
Presenti i maggiori esperti delle malattie del legno, dalla professoressa Laura Mugnai del Dipartimento Di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali al dottor Olivier Viret, responsabile del Centre de Compétence Cultures Spéciales della Svizzera, da Marc Birebent, presidente di Worldwide Vineyards, ai preparatori d’uva Simonit & Sirch, da Eugenio Sartori, a capo dei Vivai Cooperativi Rauscedo a Davide Ferrarese (VignaVeritas), consulente viticolo del Consorzio tutela del Gavi, e Matteo Ascheri, presidente del Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani. La soluzione, come detto, passa dalle scelte e tecniche vivaistiche oculate, come emerso dal dibattito, e soprattutto recuperando la professionalità, il saper fare in vigna, in particolare nelle delicate operazioni di potatura, perché la malattia si manifesta molto più spesso quando ci sono tagli errati. Il grande patrimonio costituito dal “Vigneto Italia” va tutelato attraverso una conoscenza approfondita delle tecniche di potatura, perché non si hanno ancora abbastanza dati concordi sull’efficacia dei vari prodotti curativi e preventivi. Anche la recente introduzione della tecnica di dendrochirurgia, ovvero l’asportazione dalla pianta del legno malato, pur restituendo segnali incoraggianti, non fornisce ancora dati di lungo periodo. Infine, è emersa la maggiore sensibilità di alcuni vitigni alle malattie del legno rispetto ad altri, in particolare Croatina e Bonarda, mentre al contrario il Nebbiolo risulta meno suscettibile alla patologia.

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