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MALTEMPO - LA MAPPA DELLE CAMPAGNE A RISCHIO FREDDO E GELO. IN CAMPAGNA, GLI EVENTI ESTREMI SONO ESPRESSIONE DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI. LA MAPPA DELLA COLDIRETTI

Nelle campagne sono a rischio dai fiori coltivati all’aperto o in serre non riscaldate di Liguria e Toscana alle piante da frutto come albicocchi, ciliegi, susini e mandorli già fioriti o con le gemme “gonfie” fino alle verdure e gli ortaggi come finocchi, spinaci e radicchio ma anche gli asparagi in Puglia e i carciofi in Lazio e Sardegna dove il caldo ha favorito l’anticipo di maturazione. Emerge dal monitoraggio della Coldiretti sulle principali coltivazioni che potrebbero non raggiungere le tavole degli italiani a causa dei danni provocati da un repentino abbassamento delle temperature provocato dall’irruzione in Italia di aria fredda di origine polare.
Il bilancio delle perdite - sottolinea la Coldiretti - potrebbe superare il miliardo di euro registrato nel 2006 soprattutto se la temperatura dovesse scendere molti gradi sotto lo zero mettendo a rischio sono anche, l’olivo, il kiwi e la vite. Mentre appare ormai certo - precisa la Coldiretti - un forte ridimensionamento della produzione di grano cresciuto più del normale senza il normale germogliamento (accestimento) necessario per garantire una adeguata produzione.
I danni alle colture, se le precipitazioni saranno intense, potrebbero essere accompagnati da frane e smottamenti poiché - spiega la Coldiretti - i terreni secchi non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento portando con sé la parte superficiale del terreno. Le preoccupazioni - sostiene la Coldiretti - potrebbero ridimensionarsi se l’abbassamento della colonnina di mercurio avverrà gradualmente e senza sbalzi per consentire alle coltivazioni di adeguarsi, mentre se non avranno un carattere temporalesco certamente positive sono le piogge e la neve che consentono di ripristinare la “scorta” di acqua indispensabile per scongiurare il rischio di siccità in primavera quando le colture avranno bisogno di irrigazione.
L’arrivo del freddo polare dopo un lungo periodo di temperature al di sopra delle medie stagionali è l’espressione - sottolinea la Coldiretti - di cambiamenti strutturali del clima evidenziati nel rapporto dell’Onu che in Italia si manifestano con maggiore frequenza degli eventi estremi, un aumento dell'intensità delle precipitazioni, sfasamenti stagionali con autunno caldo e primavera anticipata, modificazione della distribuzione delle piogge e aumento delle temperature estive. Si tratta di una evoluzione destinata a produrre conseguenze strutturali sull'attività agricola poiché gli effetti - precisa la Coldiretti - si fanno sentire con un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture (l’olivo a ridosso delle alpi e l’arachide coltivata nella pianura padana), la riduzione della riserva idrica, l'aumento dell'erosione in zone collinari ed alluvioni in pianura, anticipo di germogliamento per le piante coltivate, maggiore rischio per gelate tardive, aumento dell'incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti, stress idrico delle piante. Si tratta di processi - conclude la Coldiretti - che rappresentano una nuova sfida per l'impresa agricola che deve interpretare il cambiamento e i suoi effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

In particolare - Le colture a rischio freddo e gelo
- Fiori coltivati all’aperto o in serre non riscaldate soprattutto in Liguria e Toscana;
- Piante da frutto come albicocchi, ciliegi, susini e mandorli già fioriti o con le gemme pronte a macchia di leopardo in tutta la penisola;
- Le verdure e gli ortaggi come finocchi, spinaci e radicchio coltivati all’aperto od in serre non riscaldate;
- Carciofi in Sardegna e nel Lazio;
- Asparagi in Puglia dove il caldo ha favorito l’anticipo di maturazione;
- Grano cresciuto piu’del normale senza “accestimento” quasi in tutta Italia;
- Se la temperatura dovesse scendere molti gradi sotto lo zero a rischio sono anche la vite, l’olivo ed il kiwi.
Fonte: elaborazioni Coldiretti

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