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Maltempo: sui campi “la scure” di un clima pazzo. Siccità e violente precipitazioni sono già costate 6 miliardi di euro in 8 anni agli agricoltori, e il “conto” è destinato ad aumentare. Così la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori

“Le temperature elevate di questo inverno anomalo stanno generato stravolgimenti produttivi nei campi. La combinazione di fioriture anticipate, gelate e piogge violente, si potrebbero tradurre in danni non indifferenti per il settore primario, che dal 2007 ad oggi, per effetti del maltempo, ha già pagato un conto di 6 miliardi di euro”. Così la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, che, attraverso un monitoraggio delle aziende agricole di tutto il Paese, registra preoccupazioni per le possibili forti precipitazioni e gelate annunciate per le prossime settimane, dai bollettini meteo accreditati.
“L’agricoltura, per sua stessa natura - spiega la Cia - è forse tra le attività economiche quella maggiormente esposta e vulnerabile alle conseguenze dei cambiamenti climatici. Nonostante la produzione agricola abbia dimostrato negli anni una considerevole capacità di adattamento alle mutevoli condizioni meteorologiche, la velocità e l’incertezza dei mutamenti climatici in atto e attesi, rendono urgente uno sforzo maggiore in termini di prevenzione, adattamento e gestione (ex-ante) dei rischi che ne derivano. Impressiona - secondo la Cia - come il fenomeno dell’eccesso termico si sia tradotto in un costo di quasi 650 milioni di euro e ben 2,9 miliardi sono stati i danni agricoli per la siccità. Inoltre, ricordando la recente alluvione che ha devastato l’area vitivinicola del Sannio, un quinto del conto complessivo dei danneggiamenti e stato generato proprio da piogge di straordinaria violenza. Dal 2007 al 2015 alcune produzioni hanno registrato tagli delle rese fino all’80%. Un conto salato che potrebbe crescere ulteriormente anche quest’anno, in particolare se, in questa particolare fase dei cicli produttivi, dovessero sopraggiungere gelate e grandine. Nei campi è già allarme per alcuni frutti e per le piante ornamentali, c’è il timore concreto - avverte la Cia - che il simbolo della festa delle donne, la mimosa, ora, nelle campagne nostrane in avanzatissimo stato evolutivo, potrebbe anticipare di molto la fioritura e non essere così disponibile per l’8 marzo prossimo”.

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