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“MANGIARE APPARTIENE AL CERVELLO, AL SOFTWARE DELLA CULTURA. TALMENTE IDENTITARIO DA DELINEARE GLI ITALIANI COME MANGIA-SPAGHETTI”. PAROLA DI ANTROPOLOGO, ERNESTO DI RENZO, AUTORE DEL LIBRO CHE ESPLORA LE IDENTITÀ GASTRONOMICHE “MANGIARE L’AUTENTICO”

“Mangiare appartiene al cervello, al software della cultura. Ed è talmente identitario da delineare gli italiani come mangia-spaghetti e i tedeschi quali Kartoffeln”. Parola di antropologo, Ernesto Di Renzo autore del volume “Mangiare l’autentico, Cibo e alimentazione tra revivalismi culturali e industria della nostalgia”, presentato al Centro Servizi dei Prodotti Tipici e Tradizionali dell’Azienda Romana Mercati (Arm), alla donazione della Società Geografica Italiana alla Camera di Commercio di Roma di un fondo librario di cultura gastronomica.
Il volume (UniversItalia Editrice, pagine 162, 14 euro) esplora il mosaico di varie identità gastronomiche del Lazio, con focus su Abruzzo e Molise, terre familiari all’autore. “Qui si sottolinea l’autentico - spiega il direttore di Arm Carlo Hausmann - attraverso la grammatica del cibo, rappresentata dai prodotti, e la poesia che è l’elaborazione gastronomica. Dando voce alla cultura nobile alimentare, e alla valorizzazione del ruolo degli operatori, rispetto alla grande mescolanza di messaggi gastronomici in Tv, spesso una grande banalizzazione”.
Il libro non presenta ricette gastronomiche: “non siamo censori - precisa l’autore, docente all’Università Tor Vergata - é bene che di cibo si parli in tanti modi. Ma rispetto ai ricettari e tanti “spadellamenti” televisivi è fondamentale tuttavia riportare il discorso alla ricerca, alla sperimentazione e alla divulgazione”. Già storicamente, il cibo rientra nella sfera del femminile e del quotidiano, e ciò ha favorito lo snobismo. “È un fenomeno recente tanta attenzione ai regimi alimentari - sottolinea Franco Salvatori della Società Geografica Italiana - in un contesto in evoluzione e di semplificazione che ha messo un po’ in crisi la nostra cultura. Dalla perdita di riferimenti di appartenenza emerge l’esigenza di riscoperta delle radici, dunque la riscoperta dei territori, e dei sapori tipici”.

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