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Mangiare cose buone non solo soddisfa il palato, ma aiuta a vivere più a lungo. Secondo una ricerca dell’Università del Michigan e della Wayne State University, una delle chiavi per una lunga vita non è solamente ciò che si mangia, ma come si degusta

Mangiare cose buone non solo soddisfa il palato, ma aiuta a vivere più a lungo. Secondo una ricerca, condotta da Scott Pletcher dell’Università del Michigan e da Gioia Alcedo della Wayne State University, con la collaborazione di Ivan Ostojic dell’Istituto svizzero Friedrich Miescher per la Ricerca Biomedica, una delle chiavi per una lunga vita non è solamente ciò che si mangia, ma come si degusta.

Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno studiato il moscerino della frutta che è uno degli animali preferiti dai genetisti in quanto il suo patrimonio genetico è molto simile a quello dell’uomo. I ricercatori hanno scoperto che sopprimere all’animale la capacità di assaggiare il suo cibo, indipendentemente dalla quantità, può significativamente aumentare o diminuire la lunghezza della vita e comunque potenzialmente favorire un sano invecchiamento.

Un sapore amaro inoltre potrebbe avere effetti negativi sulla durata della vita, mentre gustare sapori dolci ha prodotto negli insetti un prolungamento dell’esistenza. “Questo ci porta a comprendere meglio come la percezione sensoriale colpisca la salute. Abbiamo scoperto che le papille gustative incidono più di quanto pensiamo - dice Pletcher - sappiamo che sono in grado di aiutarci ad evitare o essere attratti da certi cibi, ma nel moscerino della frutta, sembra che il gusto può anche avere un effetto molto profondo sullo stato fisiologico e sul sano invecchiamento”.

Recenti studi suggeriscono che la percezione sensoriale può influenzare le caratteristiche connesse alla salute, come le prestazioni atletiche, il diabete di tipo II e l’invecchiamento. I due nuovi studi, tuttavia, forniscono il primo sguardo dettagliato nel ruolo della percezione del gusto.

“Questi risultati ci aiutano a comprendere meglio l’influenza dei segnali sensoriali, che noi oggi conosciamo non solo per sintonizzare il nostro organismo nel suo ambiente, ma possono anche causare modifiche sostanziali nella fisiologia che riguardano la salute e la longevità - ha detto Waterson coautore del primo articolo - abbiamo però bisogno di ulteriori studi per applicare queste conoscenze sul gusto agli esseri umani”.

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