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MANGIARE MENO CARNE, UN ATTO DI CIVILTÀ: ABBATTE I CONSUMI, TUTELA L’AMBIENTE E FA BENE ALLA SALUTE. COSÌ ROBERTO BURDESE, PRESIDENTE DI SLOW FOOD ITALIA

Cambiano i menu sulle tavole italiane, soggetti come canne al vento all’umore dei mercati: meno frutta fresca, meno carne di manzo, meno pesce, più surgelati, pollo ed insaccati. Quello degli italiani è quindi un frigorifero in balìa dei prezzi di mercato più che di scelte libere e consapevoli. Da una parte gli ultimi dati Ismea sui consumi agroalimentari, dall’altra “Diamoci un taglio”, la guida di Slow Food ed ActionAid ad un consumo consapevole di carne. Come far incontrare necessità e virtù? Per prima cosa rivoluzionando il nostro approccio: “gli attuali eccessivi consumi di carne, per di più orientati principalmente verso produzioni poco sostenibili, non solo compromettono ambiente e salute, ma mettono fuori gioco le razze autoctone e le produzioni virtuose, specie se di piccola scala”, ricorda Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia. Già, perché ogni italiano consuma mediamente 250 grammi di carne al giorno, a fronte di un fabbisogno medio di 500 grammi la settimana: mangiamo per 4, in un mondo in cui 1 miliardo di persone va a dormire ogni sera a stomaco vuoto. Riorientare i consumi, allora, diventa non solo una necessità, ma una scelta di civiltà.

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