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MANOVRA FINANZIARIA: “AGRICOLTORI 007” A CACCIA DI TERRENI DA PRIVATIZZARE. AD ESSERE ALIENATO, SECONDO UN’ANALISI COLDIRETTI SU DATI ISTAT, POTREBBE ESSERE UN PATRIMONIO DA 6,2 MILIARDI DI EURO, CON 338.000 ETTARI DI TERRENI AGRICOLI COLTIVABILI

Con la manovra gli agricoltori possono trasformarsi in “agenti 007” per scoprire terreni agricoli di proprietà pubblica da privatizzare. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che gli imprenditori agricoli possono farsi promotori di una vera e propria proposta di dismissione dei terreni agricoli che non siano utilizzabili per altre finalità istituzionali pubbliche grazie all’articolo 27 del decreto che consente agli Enti proprietari di vendere i terreni agricoli e a vocazione agricola anche su richiesta dei soggetti interessati all’acquisto.

La manovra prevede un iniquo e nocivo aumento degli oneri fiscali sui terreni agricoli che sono mezzi di produzione per le imprese, ma per chiudere definitivamente l’epoca dello Stato contadino il governo guidato dal premier Mario Monti affida agli agricoltori - ha sottolineato la Coldiretti - anche il compito di aiutare il risanamento delle casse pubbliche e di contribuire alla crescita economica con la ricerca, l’acquisto e la valorizzazione dei terreni agricoli pubblici.

Il decreto-legge “salva Italia” - ha precisato la Coldiretti - contiene norme per agevolare, rispetto a quanto già previsto dalla “legge di stabilità”, la vendita di terreni agricoli di proprietà dello Stato o di altri Enti pubblici anche territoriali (ad esempio. Regioni o Comuni). Tra l’altro si prevede che - ha continuato la Coldiretti - qualora si proceda ad un’asta per la vendita dei terreni, il “prezzo base” sia determinato sui valori agricoli medi tipici delle procedure di esproprio. Ad essere alienato secondo una analisi della Coldiretti su dati Istat potrebbe essere un patrimonio da 6,2 miliardi di euro, con 338.000 ettari di terreni agricoli coltivabili dai quali potranno nascere fino a 43.000 nuove imprese agricole condotte da giovani, ai quali è stato assicurato il diritto di prelazione nelle procedure di cessione.

“La cessione di questi terreni - ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini - toglie allo Stato il compito improprio di coltivare la terra, rende disponibili risorse per lo sviluppo ma soprattutto ha il vantaggio di calmierare il prezzo dei terreni, stimolare la crescita, l’occupazione e la redditività delle imprese agricole che rappresentano una leva competitiva determinante per la crescita del Paese. E’ certo infatti - ha precisato Marini - che nessuno meglio degli imprenditori agricoli è in grado di valorizzarli lavorando la terra e generare nuova occupazione”.

La legge di Stabilità prevede che entro tre mesi dalla data di entrata in vigore il Ministero delle Politiche Agricole, con uno o più decreti di natura non regolamentare da adottare d’intesa con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, individui i terreni a vocazione agricola, non utilizzabili per altre finalità istituzionali, di proprietà dello Stato”, “nonché di proprietà degli enti pubblici nazionali, da alienare a cura dell’Agenzia del Demanio”. Si prevede, peraltro, che la vendita avverrà “mediante trattativa privata per gli immobili di valore inferiore a 400.000 euro e mediante asta pubblica per quelli di valore pari o superiore a 400.000 euro”.

Al fine di favorire lo sviluppo dell’imprenditorialità agricola giovanile è riconosciuto - sottolinea la Coldiretti - il diritto di prelazione ai giovani imprenditori agricoli, così come definiti ai sensi del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185, e successive modificazioni. “Le Regioni, le Province, i Comuni possono vendere” “i beni di loro proprietà aventi destinazione agricola” conferendo mandato irrevocabile a vendere - ha concluso la Coldiretti - all’Agenzia del Demanio che “provvede al versamento agli Enti territoriali già proprietari dei proventi derivanti dalla vendita al netto dei costi sostenuti e documentati”.

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