Mare o montagna? La virtù, come in tante altre cose, sta nel mezzo, almeno per i 450.000 vacanzieri che hanno scelto di trascorrere il Ferragosto in agriturismo, all’insegna della buona tavola e del relax all’aria aperta. Numeri in crescita, del 7%, sullo scorso anno, con l’opzione agriturismo che, rispetto alle altre forme di ristorazione, offre l’opportunità di conciliare la buona tavola con la possibilità di stare all’aria aperta avvalendosi anche delle comodità e dei servizi offerti.
Ma se la cucina è una delle ragioni principali per scegliere l’agriturismo, sono sempre più spesso offerti programmi ricreativi come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking, ma non mancano attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici. Dalla caponata di melanzane, tipicamente siciliana, alle frittole di maiale calabresi, dalla pastasciutta al sugo di papera che sono un cavallo di battaglia dell’Umbria agli zitoni di Ferragosto tipica pasta caratteristica della Costiera Amalfitana condita con pomodori freschi e secchi, dal coniglio all’ischitana tipico dell’Isola del golfo di Napoli alle lumache di Belluno, sono solo alcuni dei menu tipici della tradizione che gli italiani riscoprono nel giorno di Ferragosto negli agriturismi.
L’Italia, in questo senso, può contare su una offerta capillare diffusa lungo tutta la penisola con oltre 23.000 aziende agricole autorizzate all’esercizio dell’agriturismo che sono in grado di offrire un potenziale di più di 253.000 posti letto e quasi 442.000 coperti per il ristoro, oltre a 11.700 mila piazzole per l’agricampeggio e a 1.500 attività di fattoria didattica per i più piccoli. Molte aziende agrituristiche quindi si sono attrezzate con l’offerta di alloggio e di pasti completi ma anche di colazioni al sacco o con la semplice messa a disposizione spazi per picnic, tende, roulotte e camper per rispettare le esigenze di indipendenza di chi ama prepararsi da mangiare in piena autonomia.
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