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MAXI SEQUESTRO ALLA VIGILIA DEL CAPODANNO: CON L’OPERAZIONE “CAPITONE SICURO” BLOCCATE IN TUTTA ITALIA 160 TONNELLATE DI PESCE AVARIATO, VENDUTO COME FRESCO E INDICATO COME NOSTRANO MA DI ORIGINE ASIATICA. LO RENDE NOTO IL MINISTRO LUCA ZAIA

Sono 160 le tonnellate di pesce avariato, conservato venduto come fresco e prodotto in Asia, ma venduto come nostrano, sequestrate in tutta Italia nell’ambito di un’operazione chiamata “Capitone sicuro”, che si è conclusa in prossimità dei preparativi delle tavole italiane per i festeggiamenti del Capodanno. A rendere noto l’esito dell’operazione è il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali Luca Zaia, insieme all’ammiraglio Ispettore Capo Raimondo Pollastrini, Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, entrambi concordi sul fatto che si tratti di “una delle più importanti operazioni in Italia a protezione del consumatore che abbia mai coinvolto il mercato ittico”.

“160 tonnellate di prodotto ittico sequestrato in molte regioni italiane - sottolinea il ministro Zaia - rappresentano un risultato di cui siamo, assieme al Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, orgogliosi e che presentiamo al Parlamento, al Governo e a tutti i cittadini. Un dato che serve per tranquillizzare gli italiani: il cenone di capodanno, tradizionalmente impostato sul pesce, potrà essere allestito sapendo che il Governo è intervenuto e lo ha reso più sicuro”.

Per le festività natalizie il consumo del pescato, come tradizione, aumenta sensibilmente e con esso il rischio di frodi. Per questo il Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera ha intensificato il proprio impegno per garantire con controlli tempestivi la qualità e la provenienza del pesce che gli italiani troveranno sulle loro tavole. “La missione primaria del Corpo delle Capitanerie di porto-Guardia costiera - sottolinea il Comandante Generale Pollastrini - al di là dei compiti istituzionali specifici, è garantire la sicurezza a tutti coloro che hanno un rapporto con il mare. Tra questi rientrano anche gli acquirenti del pescato non sempre esperti e per questo soggetti a frodi alimentari compiute nei loro confronti da persone disoneste. Gli eclatanti risultati ottenuti da questa operazione ne fanno la più importante del genere compiuta dal personale che mi onoro di comandare”.

In grossi depositi della penisola sono state sequestrate 160 tonnellate di pesce, destinato anche alla grande distribuzione: 54 tonnellate di prodotti ittici congelati scaduti o in cattivo stato di conservazione a Bari; 42 tonnellate di pesce congelato scaduto e in cattivo stato di conservazione a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno); 2 tonnellate di filetti di Pollack d’Alaska - una specie atlantica smerciata per merluzzo - a Cetraro (Cosenza) e Molfetta (Bari); circa 1 quintale di datteri il cui commercio e consumo è proibito, nonché 30 tonnellate di mitili allevati in zone proibite a Napoli. Il pesce arrivava nei porti italiani per poi finire anche nelle celle frigorifere di ristoranti e mercati. Nell’operazione “Capitone” sono stati impiegati 2.004 uomini e donne, sono stati effettuati 6.677 controlli e scoperti 588 reati e illeciti amministrativi. Di questi, 61 riguardano frodi in commercio, 25 i casi di sottomisura del pescato, 70 quelli legati al cattivo stato o alla cattiva conservazione del pesce. Le sanzioni amministrative comminate ammontano a 696.879,79 euro.

“Le cifre davvero straordinarie, di questa operazione - prosegue il ministro Zaia - che si è svolta in appena diciassette giorni, fanno pensare a una sintonia, importante e concreta, tra il Governo e le Capitanerie di Porto-Guardia Costiera. I contraffattori nazionali e internazionali sappiano che non c’è più spazio per i furbi e i disonesti nel mercato agroalimentare del nostro Paese. Vogliamo difendere il consumatore e il produttore. Ricordiamoci che ci sono 14.000 imbarcazioni che ogni giorno vanno in mare e che devono essere tutelate. Quella parte di prodotto che è sicura e certificata può essere data tranquillamente agli indigenti. Per questo ne chiediamo il dissequestro alle Procure”.

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