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MAXI-SEQUESTRO DI ACETO BALSAMICO “TAROCCATO”: REQUISITE DAL CORPO FORESTALE DELLO STATO IN DIVERSE REGIONI ITALIANE 91.000 CONFEZIONI PER UN TOTALE DI 35.000 LITRI DI “ORO NERO”. COLDIRETTI: DAL PARMA A BALSAMICO, IL “FALSO DOC” VALE 50 MILIARDI

Oltre 91.000 confezioni per 35.000 litri di aceto balsamico sono state sequestrate in una operazione del Corpo Forestale dello Stato, chiusa con sanzioni amministrative per oltre 300.000 euro e la denuncia di 6 persone per imitazione, evocazione ed usurpazione di prodotti tutelati da marchio a denominazione protetta.

La maxi operazione anticontraffazione “Oro Nero” a tutela dell’aceto balsamico di Modena Igp e dell’aceto balsamico tradizionale Dop, ha preso il via nel novembre scorso da controlli agroalimentari sui produttori per verificare la presenza di derivati imitativi o evocativi delle denominazioni protette. I controlli, partiti dai Nuclei Investigativi di Modena, si sono poi estesi nel resto della regione, e in Piemonte, Toscana, Veneto, Lazio, Molise e Puglia. Coinvolte una ventina di ditte produttrici. All’operazione hanno preso parte gli uomini dei Comandi delle diverse regioni e città coinvolte, e quelli del Nucleo Agroalimentare Forestale di Roma.

Secondo l’accusa, il richiamo al termine “balsamico” è evocativo ed imitativo non solo dell’Igp, ma anche dei due marchi Dop, e sfrutta indebitamente la reputazione delle due indicazioni. L’aceto balsamico di Modena è uno dei prodotti alimentari più imitati.

La stima è che, solo negli Stati Uniti, la contraffazione crei un danno economico di oltre 10 milioni di euro. La produzione dell’aceto balsamico Igp (l’Indicazione geografica protetta è arrivata con un disciplinare comunitario approvato nel luglio 2009, e si è affiancata alle Dop “tradizionali”) nel 2010 è stata stimata in oltre 9 milioni di litri.


Focus - Coldiretti: dal Parma a Balsamico il “falso doc” vale 50 miliardi di euro

L’Italia ha il triste primato delle produzioni alimentari più falsificate nel mondo con il business del Made in Italy taroccato che supera i 50 miliardi di euro in tutto il globo dove ben due piatti “italiani” su tre sono taroccati. Lo afferma la Coldiretti.

In Italia - sottolinea la Coldiretti - sono arrivate quasi 60 milioni di cosce di maiale dall’estero, nel 2010, con il rischio concreto che vengano “spacciate” dopo la stagionatura come prosciutti Made in Italy, mentre sono ben 8,6 miliardi i litri in equivalente latte che hanno attraversato la frontiera per diventare spesso formaggi o mozzarelle “italiane”.

Il risultato - sostiene la Coldiretti - è un danno per gli allevatori italiani che vedono sottopagate le proprie produzione a prezzi insostenibili che fanno chiudere le stalle e per i consumatori che vengono ingannati sull’origine dei prodotti acquistati.

I reati di frode e sofisticazione alimentare sono - sottolinea la Coldiretti - un crimine particolarmente odioso in tempi di crisi perché colpisce soprattutto quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti. La smercio di prodotti che non rispettano i necessari requisiti sanitari, soprattutto nel caso dei simboli dell'agroalimentare italiano assume un valore che - conclude la Coldiretti - va ben al di la della situazione specifica e va per questo combattuto con decisione. Serve tolleranza zero nei confronti di un doppio inganno a danno dei consumatori e degli agricoltori impegnati nel garantire la qualità di un prodotto unico ed inimitabile.

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