MEETING DI SAN ROSSORE: SHIVA "GLI OGM NON RISOLVONO IL PROBLEMA FAME, MA LO AGGRAVANO"

"Per avere del buon cibo non servono l'ingegneria genetica e gli Organismi geneticamente modificati ma piuttosto i consigli e le ricette delle nostre antenate". Vandana Shiva stintetizza in una battuta il senso di un intervento che è un duro attacco alle biotecnologie applicate all'agricoltura e alle grandi concentrazioni private che le utilizzano. Scienziata e filosofa, fondatrice di istituti di ricerca e movimenti che in India si battono a fianco degli agricoltori e le comunità locali contro la 'nuova colonizzazione' delle industrie del biotech alimentare, Vandana Shiva ha sostenuto con forza la scelta di un ritorno all'armonia nell'agricoltura e nella società: "I semi mutanti - ha detto - producono culture mutanti che generano violenze e guerre".
La Shiva ha illustrato gli effetti delle moderne tecnologie sull'agricoltura del suo Paese: "I nuovi semi creano l'illusione di risolvere il problema della fame. E invece non lo risolvono ma la creano, perchè costringono molti piccoli agricoltori a indebitarsi per acquistarli, perchè ne costringono tanti altri, che non riescono più a essere competitivi sul mercato, ad abbandonare la terra e a vivere nel degrado nelle periferie delle grandi città. Non solo: l'utilizzo di semi e pesticidi e di monocolture finisce per aumentare lo sfruttuamento della terra e quindi per distruggere progressivamente la biodiversità con conseguenze pesantissime per l'ambiente e il territorio e effetti nefasti in termini di inquinamento".

Ma l'attenzione di Vandana Shiva oltreché sull'ingegneria genetica si allarga anche ai meccanismi della distribuzione: "Spesso si sente dire che gli agricoltori 'rubano' il denaro dal consumatore. In realtà invece la produzione incide in maniera molto bassa sui costi. Sono i trasporti e il sistema commerciale a determinare in buona parte i prezzi. E comunque si deve poter pensare a una politica dei prezzi che tenga sempre più conto delle esigenze dei produttori in maniera tale che essi siano nelle condizioni davvero di produrre del buon cibo".