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META’ ITALIANI PRONTI A RIPORTARE IL POLLO IN TAVOLA ... MA UN CONSUMATORE SU SEI RISCHIA DI DIRGLI ADDIO PER SEMPRE

Circa la metà degli italiani è pronta a riportare il pollo in tavola ma un consumatore su sei potrebbe dargli l’addio per sempre: lo afferma la Coldiretti sulla base delle elaborazioni sull’ultima indagine Eurobarometro dalla quale emerge che le emergenze sanitarie come quella dell’influenza aviaria inducono il 16% degli italiani a cambiare permanentemente le abitudini a tavola, ma una maggioranza del 47% reagisce evitando il prodotto coinvolto solo per un certo periodo di tempo, mentre il 27% non cambia abitudini.
Di fronte all’emergenza - sottolinea la Coldiretti - sono le associazioni dei consumatori a dimostrare maggiore credibilità da parte della popolazione nazionale, con una percentuale del 31% superiore a quella dell’Autorità pubblica (28%) e addirittura del mondo scientifico (23%).
Si tratta di risultati che - continua la Coldiretti - impongono grande responsabilità per superare una psicosi che rischia di danneggiare imprese e cittadini che stanno rinunciando al consumo di un tipo di carne che garantisce un importante apporto nutrizionale a un prezzo estremamente conveniente.
Otto famiglie italiane su dieci prima dell’emergenza acquistavano abitualmente la carne di pollo e il consumo domestico raggiungeva - secondo le rilevazioni Ismea AcNielsen - 300.000 tonnellate all'anno con ogni famiglia italiana che acquistava complessivamente - precisa la Coldiretti - 54 chili di carne all'anno (bovina, maiale, pollo) con al primo posto nei consumi la carne bovina con 22 chili, al secondo quella di pollo con un valore medio di 18 kg e all'ultimo quella di maiale.
La manifestazione della Coldiretti oggi a Roma di fronte a Palazzo Chigi con centinaia di allevatori ha avuto l’obiettivo di sostenere un piano salva pollo made in Italy che possa garantire sicurezza, sconfiggere la paura e salvare imprese e posti di lavoro. Si tratta di difendere e favorire una rapida attuazione dei provvedimenti autorizzati dall’Unione Europea per affrontare la crisi di mercato determinata dall’influenza aviaria e che prevedono - precisa la Coldiretti - un fondo per l’emergenza, come quello stanziato per affrontare mucca pazza (Bse), dell’importo di 100 milioni di euro destinati a interventi per il salvataggio e la ristrutturazione, indennità per il fermo produttivo e il mancato reddito dovuto al blocco della movimentazione, la sospensione dei versamenti previdenziali, tributari e creditizi, nonché il raddoppio a 45.000 tonnellate della carne di pollame invenduta da ritirare per essere destinata ad aiuti alimentari per un importo di 40 milioni di euro.
C'è la necessità - continua la Coldiretti - di tutelare un settore che per effetto della psicosi ha già subito per i minori consumi danni stimabili in oltre mezzo miliardo di euro nonostante le ripetute assicurazioni sull'assoluta assenza di rischi nel consumo di carne di pollo espresse dai più autorevoli esponenti del mondo scientifico.
Il settore avicolo con oltre 6.000 allevamenti, 180mila addetti tra aziende zootecniche e strutture di trasformazione e commercializzazione e un fatturato complessivo vicino ai quattro miliardi di euro, rappresenta - prosegue la Coldiretti - una realtà da primato nell'economia nazionale. Nell’Unione Europea il consumo di pollame, nonostante l’emergenza influenza aviaria, è aumentato in media nel 2005 dell’1,7% mentre nello stesso periodo in Italia il calo è stato del 10% per poi arrivare nelle ultime settimane fino al 70%.
L’Italia - conclude la Coldiretti - si colloca come quarto maggior produttore (dopo Francia, Gran Bretagna e Spagna) con una produzione di 1,13 milioni di tonnellate che è più che sufficiente a coprire i consumi interni e alimenta anche un flusso di esportazioni che sono aumentate del 16% nel mese di ottobre in coincidenza con l'introduzione dell'etichetta made in Italy per fronteggiare lo scoppio dell'emergenza in Europa, dopo il primo caso individuato in Romania.
Oltre l'80% delle esportazioni nel mese di ottobre - conclude la Coldiretti - sono state dirette verso gli altri Paesi dell'Unione Europea dove si è registrato un aumento del 19 per cento nelle quantità, nonostante che le spedizioni all'estero rappresentino una componente limitata della produzione che è destinata soprattutto al mercato interno.

Il pollo rimane nei piatti degli Europei
Paese Produzione (000 tonnellate) Prezzi variazione %
(2 settimana febbraio/1 settimana febbraio)
Polonia 851 +10,7
Portogallo 270 +9,5
Francia 2.025 +7
Danimarca 213 +7
Belgio 320 +4,8
Spagna 1.310 +1
Repubblica Ceca 222 -1,2
Germania 1.059 -2,9
Italia 1.130 -33,3
Totale 11.047 +2

Fonte: elaborazioni Coldiretti su dati Commissione Europea, Eurostat su anni vari

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