Robert Parker Wine Advocate Symposium, Roma (175x100)
Consorzio Collio 2024 (175x100)

MIELE PIU' SICURO CON L'INDICAZIONE DELL'ORIGINE IN ETICHETTA, MA, SECONDO L'UNAAPI, ESISTE IL RISCHIO DI INFRAZIONI

Miele più sicuro con l'indicazione dell'origine in etichetta. In base a quanto stabilito dalla legge 81/2006, infatti, sull'etichetta devono essere ora indicati il Paese o i Paesi d'origine in cui il miele è stato raccolto. A tale indicazione, poi, è possibile aggiungerne altre circa la Regione di provenienza, la zona territoriale o addirittura il Comune, sempre a condizione che tutto il miele provenga dalla zona indicata.
La nuova normativa appare un traguardo notevole per la sicurezza alimentare legata ai mieli di importazione, come per il caso dei mieli cinesi o provenienti dai Paesi dell'Est Europa sui quali l'Agenzia europea degli standard alimentari periodicamente lancia allarmi per il rinvenimento di tracce di antibiotici. Le sostanze rintracciate sono assolutamente vietate in Europa, mentre in Oriente vengono utilizzate sia per la prevenzione, sia per la lotta alle malattie di tipo batterico che possono colpire le api. Si tratta in particolare di cloramfenicolo, un antibiotico il cui il principale pericolo conosciuto è collegato a una rara ma seria forma di anemia.
La Commissione per il Codex Alimentarius ha stabilito che, a causa della sua tossicità, non si può fissare un limite di tolleranza dei residui, per cui questa sostanza non dovrebbe essere usata nella produzione di alimenti.
Con la nuova legge italiana, quindi, facendo bene attenzione all'etichetta, il consumatore può scegliere di non acquistare miele proveniente da queste zone. A livello comunitario, però, fa notare Francesco Panella, presidente dell'Unione nazionale associazione apicoltori italiani (Unaapi), la regolazione dell'etichetta viene stabilita da una direttiva comunitaria, "di cui la legge italiana dovrebbe essere attuazione".
Secondo tale normativa, se il miele è originario di più Stati membri o Paesi terzi "l'indicazione può essere sostituita, a seconda del caso, da una delle seguenti diciture: miscela di mieli originari della Ce; miscela di mieli non originari della Ce; miscela di mieli originari e non originari della Ce".
Insomma, secondo Panella, pur raccogliendo un'esigenza forte dei produttori e dei consumatori, la legge 81/06 "affronta in modo maldestro il problema e rischia di portare l'Italia in procedura d'infrazione a livello europeo". Per risolvere definitivamente il problema dell'indicazione d'origine del miele, la questione dovrebbe quindi essere posta a livello comunitario ma "si fa fatica - spiega Panella - ad avanzare una nuova posizione quando un Paese viene messo in mora per una procedura d' infrazione".
Insomma, se la nuova legge, "nello spirito" raccoglie le richieste avanzate dalle associazioni da anni, non risolve il problema e, ricorda ancora il presidente dell'Unaapi , è stata formulata "allegramente, senza le consuete consultazioni con le organizzazioni".

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli