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MODA, MANIA, E POI “PATOLOGIA”: È LA “PORNOGRAFIA DEL CIBO”, LO SCATTO COMPULSIVO,CON TANTO DI CONDIVISIONE SUI SOCIAL, DI PIATTI E PIETANZE. “RISCHIA DI FAR PERDERE SIGNIFICATO AL GODIMENTO DEL MOMENTO”, SPIEGA LA PSICOLOGA ANNA OLIVIERO FERRARIS

Non Solo Vino
La psicologa Ferraris: con la smania della fotografia in cucina si perde il significato del godimento del momento

Arriva il piatto, uno scatto con il tablet o con lo smartphone, un paio di click, e la condivisione sui social dell’immagine di quello che si sta per mangiare è cosa fatta. Ma quella che è nata come una moda, per molti è diventata una vera e propria mania, e ora, quella che negli Stati Uniti qualcuno ha definito “foodporn”, pornografia del cibo, rischia di diventare addirittura una patologia. Anzi, “È sicuramente una patologia che stupisce”, commenta all’Adnkonos Anna Oliverio Ferraris, psicologa e dirigente della rivista degli psicologi italiani “Psicologia Contemporanea”.

“Questa mania, sempre più frequente - aggiunge - é senza dubbio giustificata dalle mode e dall’importanza che ha assunto il cibo, anche alla luce delle svariate trasmissioni culinarie che lo hanno reso una vera e propria tendenza”. E a ben vedere i social più utilizzati come Facebook o Instagram, sono costantemente inondati di immagini di piatti di ogni sorta, da quelli dei grandi chef a quelli preparati nella cucina di casa. E non importa se si tratti di un piatto sofisticato o di un semplice croissant, la regola del gioco é fotografare e condividere. Ed intanto, mentre il mercato digitale asseconda questa tendenza proponendo app per rendere più appetibili le immagini scattate, a New York scatta il divieto di fotografare nei ristoranti. “Questa mania di vivere attraverso l’obiettivo - spiega l’esperta - potrebbe sfociare in un disturbo tutt’altro che sottovalutabile, la smania di focalizzarsi sul solo prodotto, invece di godere del momento, rischia di far perdere di significato tutto il resto, ciò che realmente é importante”.

E al di là di questo, c’è puoi un altro ordine di problema, legato indissolubilmente alla “libertà” offerta dal web 2.0: un piatto venuto male in foto, o criticato a sproposito, rischia di danneggiare il suo creatore.

“Il cibo negli ultimi anni ha assunto un ruolo centrale nella vita delle persone - su Instagram la maggior parte delle foto pubblicate ha come soggetto pietanze, ciò indica l’abitudine sempre più forte della società di rendere noti i propri gusti e le proprie tendenze”, commenta uno degli chef più celebri degli ultimi tempi, Filippo Lamantia. “Mi fa piacere che i miei piatti vengano fotografati a patto che le foto non vengano criticate - spiega Filippo Lamantia - non ho nessun problema a che le fotografie vengano scattate per ricordo, ma sono assolutamente contrario alle foto fatte da chi non é fotografo e pubblicate su blog “artigianali” che rispecchiano la “non-tecnica” e nei quali vengono postate scatti non professionali con il solo fine di mortificare il lavoro di noi chef”. Discorso diverso, secondo Lamantia, per quei blog gestiti da professionisti del settore. “Ce ne sono di straordinari e le cose che vengono pubblicate sono davvero interessanti”.

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