Moët & Chandon è ancora il primo brand di vino & Champagne al mondo, con un valore di 1,4 miliardi di dollari (+9% sul 2023). I primi quattro marchi che valgono di più a livello internazionale nel 2024 - Moët & Chandon, Chandon, Veuve Clicquot e Dom Pérignon - appartengono tutti a Lvmh, il gruppo francese del lusso. Invece il gigante del vino cinese Changyu passa dal secondo al quinto posto nel ranking mondiale, con un calo del 33%, pur mantenendo tuttavia il punteggio più alto del Brand Strength Index (Bsi), ovvero la forza del marchio. É quanto emerge dal rapporto di Brand Finance, la principale società di consulenza per la valutazione dei marchi al mondo.
Il valore di Moët & Chandon è aumentato quest'anno del 9%, principalmente a seguito di una solida performance finanziaria. Il business dello Champagne di Lvmh ha registrato solide performance in Europa e in Giappone, mitigando l’impatto di un ambiente macroeconomico sfavorevole negli Stati Uniti: inoltre Moët & Chandon continua a fare leva sugli ambasciatori del marchio per migliorare la consapevolezza, la familiarità e la percezione del suo prestigio (l’ultimo in ordine di tempo il tennista Roger Federer). Chandon, che ha sede negli Stati Uniti, è il secondo marchio più prezioso al mondo, con un valore di 1 miliardo di dollari. Altre due note Maison di Champagne, Veuve Clicquot (valore del marchio in aumento del 2%, a 959 milioni di dollari) e Dom Pérignon (+7%, a 780 milioni di dollari), si classificano al terzo e quarto post. Da rilevare che tutti e quattro i primi marchi nella classifica appartengono a Lvmh, il colosso del lusso controllato dalla famiglia Arnault (che nella sua divisione wine & spirits annovera brand che vanno da Moët & Chandon a Krug, da Cheval Blanc a Château d’Yquem, da Ruinart a Dom Pérignon, da Domaine des Lambrays a Veuve Cliquot, da Cloudy Bay a Bodega Numanthia, da Terrazza de Los Andes ad Ao Yun).
Il marchio cinese Changyu passa dal secondo posto del 2023 al quinto posto di quest’anno, perdendo il 33% del suo valore: tuttavia mantiene il punteggio più alto del Brand Strength Index (Bsi), seguito dal marchio australiano Penfolds). La forza di un marchio è calcolata attraverso una scheda di metriche che valutano gli investimenti di marketing, l’equità degli stakeholder (secondo lo standard Iso 20671) e le prestazioni aziendali. Il calo di Chengyu è probabilmente dovuto, secondo Brand Finance, al crescente numero di brand di vino che sono entrati nel mercato cinese, sfidando la sua leadership. Questo, unito alle scarse prestazioni finanziarie dell’ultimo anno, ha contribuito al calo del valore del marchio.
“L’industria vinicola sta vivendo una trasformazione significativa, poiché sia i produttori, sia i consumatori, stanno diventando più attenti all’ambiente - commenta Henry Farr, direttore di Brand Finance - la nostra ricerca rivela che oggi la sostenibilità guida un sostanziale 11% della considerazione dei clienti nel settore. Le aziende che adottano pratiche come la riduzione dell’uso di pesticidi, il riciclaggio dell’acqua e la garanzia di un trattamento equo per i lavoratori dei vigneti stanno diventando sempre più attraenti per i consumatori. Di conseguenza, molti produttori stanno rinnovando le loro pratiche per proteggere meglio l’ambiente e salvaguardare le loro viti dagli eventi climatici estremi. Una comunicazione trasparente di questi sforzi sarà probabilmente una componente cruciale per guadagnare la fiducia dei consumatori, la preferenza e, in definitiva, il successo del marchio nei prossimi anni”.
Focus - La classifica 2024 dei marchi di vino & Champagne che valgono di più al mondo
Moët & Chandon (Francia)
Chandon (Usa)
Veuve Clicquot (Francia)
Dom Pérignon (Francia)
Changyou (Cina)
Penfolds (Australia)
Yellow Tail (Australia)
Beringer (Usa)
Jacob’s Creek (Australia)
Lindeman’s (Australia)
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