Svolta green tra i filari di Moët Hennessy, il comparto enoico del gruppo del lusso francese Lvmh, che ha annunciato l'addio all'uso degli erbicidi entro il 2021 in tutti i suoi vigneti, da quelli del Cognac Hennessy agli 830 ettari di proprietà di Moët & Chandon, passando per quelli di Krug, Ruinart, Dom Pérignon e Veuve Clicquot in Champagne, e ancora Clos des Lambrays in Borgogna, Château Cheval Blanc a Saint Emilion e Château d’Yquem a Sauternes, ma anche a Cloud Bay in Nuova Zelanda, a Numanthia in Spagna, a Cape Mentelle in Australia, a Terrazas de los Andes e Cheval des Andes in Argentina, a Newton Vineyards in Usa ed a Ao Yun in Cina. Centinaia di ettari vitati, in cui la chimica lascerà spazio a soluzioni alternative e sostenibili: Moët Hennessy ha infatti stanziato 20 milioni di euro in un nuovo centro di ricerca, che sorgerà nello Champagne, dedicato alla viticoltura sostenibile.
Oltre a lavorare sui vigneti di proprietà, Moët Hennessy ha affermato che lavorerà anche con i suoi fornitori, per incoraggiarli e sostenerli verso la certificazione di sostenibilità. Attraverso la ricerca, la società punta a creare una “Università dei suoli viventi” per incoraggiare la condivisione delle conoscenze e delle migliori pratiche nel settore.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024