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“MOLTIPLICARE LA BATTAGLIA ALL’ILLEGALITÀ”. COSÌ IL MINISTRO CATANIA ALLA CONSEGNA DEL TRATTORE DONATO DALLA CIA ALLA COOP “ROSARIO LIVATINO” DI “LIBERA TERRA”, NATA SU TERRENI CONFISCATI ALLA MAFIA IN SICILIA. DON CIOTTI: “CI VUOLE PIÙ CORAGGIO”

“Bisogna raddoppiare, anzi moltiplicare all’infinito la battaglia contro l’illegalità”. Così il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania al premio “Bandiera verde” per le realtà più innovative in agricoltura, di scena oggi a Roma, promosso dalla Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, che ha donato un trattore alla cooperativa, parte del progetto Libera Terra di Don Luigi Ciotti, “Rosario Livatino” di Naro (Agrigento), sorta su terreni confiscati alla mafia in Sicilia.
“Strappare le terre alla mafia non è semplice - spiega Don Ciotti, presidente di Libera Terra - aprire cooperative su quelle terre non è semplice. Nessuno vuole dimenticare i casi positivi avviati in questi anni ma occorre fare di più e il problema non sono le mafie, siamo noi, perché ci sono ancora troppi cittadini “a intermittenza”. Invece, oggi ci vuole più coraggio per combattere l’illegalità, liberare le terre e in questo modo liberare le persone”.
“La lotta all’illegalità - ha detto Catania - è lo strumento più importante di politica economica, soprattutto a favore del Mezzogiorno. Questo Governo ci ha messo a questo riguardo qualcosa di investimento etico, a partire dai comportamenti dei suoi componenti e mi auguro che ciò proseguirà anche nelle prossime legislature”.
Da parte sua la Cia affianca l’impegno di Don Ciotti dal 2001 e nel 2008 ha siglato un protocollo d’intesa con cui si impegna attraverso le sue strutture e i suoi tecnici a fornire consulenza e assistenza alle cooperative e ai soci del progetto Libera Terra nella gestione dei terreni confiscati alla criminalità organizzata. “Iniziative di solidarietà come queste sono fondamentali - ha detto il presidente della Cia Giuseppe Politi - così aiutiamo, sosteniamo e valorizziamo il lavoro di tutti quei giovani che ogni giorno nelle cooperative di Libera rivitalizzano l’agricoltura, la sua qualità e la sua tipicità”.
Dei giovani ha parlato anche il Ministro Catania: “dobbiamo fare delle cose più specifiche a sostegno dell’avvio delle imprese dei giovani in agricoltura. Abbiamo già realizzato delle linee di credito con Ismea e stiamo lavorando anche a Bruxelles per nuove misure destinate ai giovani. A Bruxelles - ha spiegato Catania - abbiamo chiesto sia forme di aiuto diretto rivolte ai giovani, sia forma di incentivi per il primo insediamento”.

Focus - Il trattore, simbolo del lavoro nei campi, della Cia donato a Libera
La guerra alla criminalità organizzata si combatte anche con il lavoro della terra. Un lavoro, quello sui beni confiscati alle mafie, che Libera porta avanti da anni e che la Cia continua a sostenere con i fatti. Per questo la Confederazione, assieme a New Holland, leader mondiale nella produzione e vendita di macchine agricole, ha deciso di regalare all’associazione Libera un trattore destinato alla cooperativa sociale “Rosario Livatino” di Naro (Agrigento), che ha iniziato l’attività a fine giugno sui terreni sequestrati al clan dei Guarneri di Canicattì. Cooperativa intitolata proprio al “giudice ragazzino” ucciso da Cosa Nostra, che negli anni Ottanta aveva avviato le procedure di esproprio dei terreni adesso assegnati all’associazione. Le chiavi del trattore sono state consegnate al presidente di Libera Don Luigi Ciotti dal presidente della Cia Giuseppe Politi e dal business director di New Holland Italia Marco Mazzaferri oggi a Roma.
Si tratta di un nuovo tassello che va ad arricchire la collaborazione tra la Cia e Libera con l’obiettivo comune è quello di ripartire dall’agricoltura per proporre un modello di sviluppo alternativo alla logica del sopruso e del ricatto. Dimostrare che ciò che la mafia ha sottratto alla collettività, con la violenza e l’intimidazione, può essere restituito alla società civile e può creare, attraverso il lavoro sui terreni agricoli “liberati”, nuove opportunità di sviluppo e di occupazione e un sistema produttivo basato sulla qualità.
In questo modo le terre confiscate tornano a produrre frutti e sapori per la collettività, osserva la Cia, con un doppio risultato: da un lato contribuire a combattere la malavita organizzata e dall’altro offrire nuove occasioni di lavoro, soprattutto ai giovani, in aree come il Mezzogiorno dove la disoccupazione tocca punte altissime. Non bisogna dimenticare, infatti, che soltanto gli illeciti delle agromafie superano i 15 miliardi di euro di fatturato e che in meno di quattro anni il sequestro di prodotti agricoli contraffatti e commercializzati dalla criminalità è cresciuto del 130%, mentre dal 2007 al 2011 il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è passato dal 24 al 32%, con un’ulteriore impennata al 33,9% nel secondo trimestre del 2012.

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