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MOZZARELLA: FUORI PERICOLO I PRODOTTI ITALIANI, OK A EXPORT. DANNI STIMATI IN 100 MILIONI DI EURO E MEZZO PUNTO DI PIL

Si chiude con un cessato allarme ed un via libera al commercio sul mercato internazionale per tutti i prodotti lattiero-caseari italiani, mozzarella di bufala campana compresa, la vicenda del rischio contaminazione diossina. Anche se il settore ha subito delle ripercussioni economiche stimate dalle organizzazioni agricole in 100 milioni di euro e mezzo punto percentuale di Pil. I risultati finali del piano straordinario di controlli in due fasi, attuato insieme alla Regione Campania, sono stati resi noti oggi dai Ministeri della Salute e delle Politiche Agricole in un comunicato congiunto da cui emerge che: su 1.000 allevamenti e 140 caseifici analizzati, sono stati rilevati 39 campioni positivi alla diossina su 387, equivalenti al 10% del totale, e 102 allevamenti sono stati posti sotto sequestro in un’area delimitata della provincia di Caserta.

Grazie al piano di controlli che, in poche settimane, ha battuto a tappeto tutte le strutture di produzione di mozzarella di bufala in Campania, “sono emersi quindi l’85,6% di campioni conformi alla soglia relativa al contaminante, nelle prime tre province analizzate (Napoli, Caserta e Avellino), e il 100% dei campioni conformi nelle restanti province di Salerno e Benevento”.

Secondo il ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro, “i risultati di oggi danno la massima certezza ai consumatori italiani, europei e internazionali che la mozzarella di bufala campana posta in commercio è assolutamente sana. Occorre - ha proseguito - lavorare rapidamente per riavvicinare i consumatori al prodotto, rilanciare i consumi e aiutare le tantissime imprese, agricole e della trasformazione, che sono state duramente penalizzate dalla crisi della mozzarella”.

E, proprio in tema di danni, la Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) ha stimato che “in due settimane” si sono accumulate “perdite economiche per 100 milioni di euro”, sottolineando come l’agricoltura italiana paghi, “ancora una volta, gli allarmismi e le deduzioni precipitose sulla salubrità dei prodotti agroalimentari”. La Cia chiede “giusti e rapidi indennizzi ai soggetti danneggiati e l’applicazione delle misure previste nei casi di provate crisi di mercato”, oltre ad una campagna di promozione e valorizzazione. “Un calo di mezzo punto percentuale del Pil”, secondo la Coldiretti, è invece la stima del “danno di immagine creato dall’intera vicenda rifiuti” legata al rischio contaminazione diossina della mozzarella. L’organizzazione agricola, nella fase più acuta, aveva stimato perdite per il settore di mezzo milione di euro al giorno.

Quanto alle cause della contaminazione, si fa strada l’ipotesi che la fonte non sia unica, e ciò nonostante la zona in cui è presente realmente la diossina sia circoscritta solo alle Asl Caserta 1 e 2. “Nella zona individuata non esiste un’area industriale dalla quale potrebbe provenire la diossina, é un territorio rurale”, ha detto il commissario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale per il Mezzogiorno Antonio Limone all’Ansa. Quindi, le ipotesi avanzate da Limone sono tre: che nella zona del casertano si siano accumulati rifiuti tossici depositati illegalmente, che si siano verificate combustioni selvagge di materiale plastico, o che la fonte della contaminazione sia esogena, derivante cioé dal foraggio per l’alimentazione animale prodotto e acquistato in un altro luogo rispetto all’allevamento o proveniente da sostanze anticrittogamiche utilizzate per produrre il foraggio stesso. Alla fine di questa ulteriore fase di analisi, secondo il vice presidente del Consorzio di Tutela della mozzarella di bufala campana Dop, Domenico Raimondo, “l’intera faccenda sarà ridimensionata e gli allevamenti realmente interessati dalla contaminazione da diossina, saranno meno dei 102 attualmente posti sotto sequestro”.

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