02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

MUSICA: UN’ORIGINALE RICERCA SVELA LEGAMI TRA I TESTI NAPOLETANI E LA CULTURA DEL VINO. LO STUDIO E’ DELL’UNIVERSITA’ DELLA BASILICATA

Da “O Sole mio” a “Malafemmena”, a “Reginella”. Non solo parole d’amore nei testi dei più grandi classici della canzone napoletana, ma anche simboli e figure che evocano la bellezza di una terra e dei suoi frutti. Una ricerca, effettuata per il Master in Viticoltura ed Enologia dell’Università della Basilicata, ha messo in evidenza i legami che la tradizione canora napoletana ha con il vino e la coltivazione della vite. Lo studio ha portato alla individuazione di oltre 200 canzoni napoletane “con evidenti riferimenti al vino e alla coltivazione della vite e della bellezza dei territori”. “Molti testi sono oggi conosciuti e cantati in ogni parte del mondo - ha spiegato il professore Antonio Rotundo, coordinatore del Master - tutti comunque confermano l’importanza del territorio sulla qualità delle produzioni vitivinicole italiane e sulla loro diffusione nel mondo”.

Il primo volume della ricerca, un cd dal titolo “Brinneso. Il vino e la vite nella tradizione canora napoletana”, contiene solo 10 brani, dei quali “O Sole mio”, “Malafemmena” e “Reginella”.

“Il sole - spiega Rotundo - elemento distintivo dell’ambiente, ricorda il valore del territorio; malafemmina conferma la variabilità e l’incostanza produttiva della vite, che promette talora e non mantiene la quantità e la qualità delle produzioni; Reginella ricorda le tante cultivar di vite, ad esempio la cv “Regina”, molto conosciuta e diffusa in passato, e che oggi, per una ricerca affannosa della novità, rischiano l’emarginazione”.

“La coltivazione della vite e la cultura del vino sono - sottolinea il professore Rotundo - da millenni una componente essenziale della vita di molte delle popolazioni meridionali e di quelle lucane e campane in particolare. Il vino soprattutto ha spesso condizionato e caratterizzato le attività quotidiane sia delle genti nobili che di quelle umili”. “La coltura della vite e le tecniche enologiche del passato sono state e sono oggetto di studio da parte di tecnici e studiosi - spiega ancora il docente - lo confermano numerosi reperti archeologici e opere letterarie in lingua latina e italiana. Da queste poi risulta evidente il legame tra cultura e la gente, tra popolazione e territorio, tra le classi sociali più umili e quelle più erudite”.

“Molto evidente - sottolinea Rutundo - è il rapporto tra popolazioni e vino, una bevanda che diventa nel tempo non solo un semplice elemento della dieta alimentare ma il mezzo per dimenticare la nostalgia del tempo, gli amori infelici, per ricordare momenti belli o difficili, per alleviare le quotidiane ambasce della vita. Tutto ciò finisce per diventare spesso oggetto di attenzione di scrittori e poeti ma soprattutto oggetto di cantici e canzoni dialettali, napoletane in particolare, delle quali molte assurgono a livello internazionale anche per effetto delle musiche meravigliose che le accompagnano”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli