Nasce in una delle annate peggior di sempre per l’olio italiano il colosso “Italia Olivicola”, prima organizzazione dell’olivicoltura italiana, risultato della fusione tra il Consorzio Nazionale degli Olivicoltori (Cno) e l’Unione Nazionale dei Produttori Olivicoli (Unasco), che mette insieme 250.000 produttori, la metà degli olivicoltori italiani da 15 Regioni del Belpaese, presentata oggi a Roma, con quattro obiettivi dichiarati: concentrare l’offerta, migliorare il reddito dei produttori, costruire una filiera olivicola moderna e coesa, difendere il Made in Italy contro le frodi e le contraffazioni. E le cui previsioni di produzione per l’annata 2018-2019, sono peggiori di quelle già poco incoraggianti di Ismea, che parlavano di un calo del 38% sulla scorsa campagna. Tra cattive condizioni meteo, emergenze fitosanitari e attacchi di parassiti, Italia Olivicola prevede una produzione appena superiore alle 215.000 tonnellate di olio in Italia, il 50% in meno rispetto alle 430.000 tonnellate della scorsa campagna.
“A incidere sulla campagna olivicola, certamente, le condizioni meteorologiche altalenanti con gelate, grandinate, bombe d''acqua e venti intensi che hanno prodotto danni considerevoli alle piante, tali da indurre alcune autorità locali a richiedere lo stato di calamità naturale nelle zone più colpite. Tra le cause del dimezzamento della produzione non bisogna dimenticare emergenze fitosanitarie quali la xylella o gli attacchi di agenti parassitari, come la tignola o la mosca, agevolati da un’estate lunga, calda e umida”.
Nel crollo della produzione pesano soprattutto le difficoltà riscontrate nelle due Regioni olivicole più importanti d''Italia, Puglia e Calabria. In Puglia (-56% rispetto allo scorso anno) le zone più colpite dalle gelate sono state le provincie di Bari e Bat, soprattutto nell''entroterra che registra perdite anche superiori al 70%, mentre lungo la fascia costiera la produzione ha tenuto discretamente bene. La Calabria (-70%) ha sofferto particolarmente gli attacchi degli agenti patogeni e l’estate ballerina, così come la Basilicata (-85%) che vedrà la propria produzione ridursi a poco più di 1,000 tonnellate. Sfiora il 40% di riduzione anche la Campania, mentre è negativa anche l’annata olearia nelle isole con la Sicilia in calo del 47% e la Sardegna che registra un -63% rispetto allo scorso anno. Altalenante, invece, l’andamento nelle Regioni centrali: se la Toscana, infatti, in controtendenza rispetto al Sud, segna un +15% rispetto alla precedente campagna grazie al fatto che le piante risparmiate dal gelo presentano una produzione straordinaria che dovrebbe riuscire a compensare e le perdite, confermano il trend negativo Lazio (-29%), Umbria (-18%), Marche (-39%) e Abruzzo (-12%). Andamento positivo, invece, per le Regioni del Nord grazie soprattutto al buon clima estivo registratosi in Veneto (+35%) e Lombardia (+30%).
“È un’annata difficile per il nostro settore per questo non sono più procrastinabili interventi seri, a partire da un nuovo Piano Olivicolo Nazionale, che consentano agli olivicoltori di aumentare la produzione e di far fronte in questo modo ai problemi stagionali che ogni anno registriamo” ha detto il presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo.
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