Da quest’anno la più italiana delle acqueviti avrà la sua Università, che inizierà con un master universitario ad Udine. Sotto il profilo economico, la nostra acquavite di bandiera è un bene che coinvolge 135 distillerie che la ricavano dalle bucce degli acini d’uva, 500 imbottigliatori e, si stima, oltre 3.000 aziende vitivinicole che l’affiancano ai loro vini nella commercializzazione, con un riflesso di notevole interesse per il loro business. Dati importanti, eppure decisamente superati se si prende in considerazione il patrimonio culturale che la grappa rappresenta. Essa è l’espressione della storia e dell’ingegno di un popolo che l’ha “inventata” per utilizzare pienamente le risorse della viticoltura distinguendola, nel corso di oltre 200 anni, da ogni altro spirito prodotto al mondo. La grappa riflette pienamente la creatività italiana: figlia di un patrimonio ampelografico di primordine, di un parco alambicchi così variegato che risulta difficile trovare due impianti uguali, e di metodologie di affinamento e/o invecchiamento complesse, mette oggi in evidenza l’esigenza di un approfondimento scientifico a 360°.
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