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CIBO SOSTENIBILE

Nasce la prima pasta da grano duro italiano coltivato senza aratura per conservare il suolo

Si chiama Pastalive ed è un’idea made in Italy per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla difesa della fertilità e della biodiversità della Terra

Dalla creatività e dall’innovazione made in Italy, nasce la prima pasta da grano duro italiano coltivato senza aratura per difendere e salvare la fertilità e la biodiversità del suolo. Si chiama Pastalive ed è un progetto creato per sensibilizzare l’opinione pubblica sul delicato argomento della conservazione del suolo agrario, sperando possa giungere all’attenzione delle istituzioni e degli agricoltori al fine di applicare pratiche agricole più sostenibili per il pianeta.
“L’Italia è la prima produttrice di pasta al mondo. Ad oggi importa la metà circa del fabbisogno di grano, ma se non provvede a tutelare il suolo tra 30-40 anni sarà costretta ad importare il 100% del suo fabbisogno - spiega Lino Falcone, biologo “granocultore”, esponente dell’Associazione Ambientale Terra Cibo e Cultura - il suolo agrario sta morendo, siamo chiamati alla sua conservazione iniziando da oggi, con un percorso che potrebbe portare risultati validi tra 20-30 anni”.
Perché se è vero che sono tanti i progetti che puntano a valorizzare il food in tutti i suoi aspetti ma, al momento, nessuno, o quasi, è dedicato al suolo. Tutto il cibo dipende dal suolo e se non ci impegniamo a conservarlo, in un futuro molto prossimo i raccolti saranno scarsi e insufficienti. L’Agenda 2030 dell’Onu ha evidenziato negli “Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” proprio i rischi della degradazione dei suoli agrari per l’uomo, per la biodiversità e per l’ambiente, invitando tutti, cittadini, imprese e istituzioni alla sensibilizzazione verso la gestione sostenibile e l’utilizzo efficiente delle risorse naturali. La degradazione del suolo è dovuta principalmente alla tecnica dell’aratura che lo priva della fertilità e della biodiversità, provoca erosione superficiale e contribuisce in modo determinante alla desertificazione. A livello mondiale la Fao stima ancora 60 raccolti prima della completa improduttività del suolo agrario.
In Italia il grano duro occupa una superficie superiore al milione di ettari, concentrata soprattutto nel Centro-Sud Italia dove, a causa di un clima caldo associato a precipitazioni limitate e rotazioni colturali praticamente inesistenti, la stima potrebbe anche dimezzarsi. “Ogni anno le arature vanificano i 100 anni di lavoro che la natura impiega per costruire un suolo fertile e ricco di biodiversità - aggiunge il biologo - da un suolo vivo dipende la vita del pianeta. La Fao sottolinea 6 vantaggi derivanti da un suolo vivo: cibo sano, biodiversità, contenimento dei gas serra, contenimento delle migrazioni forzate, acqua pulita, medicine per la salute umana”.
E dalle Balzaiole, le Picelle e i Torcielli dalla Toscana alle Siligine dal Lazio, dalle Mole e le Mulinelle dal Molise alle Angele della Puglia, dai Cuoppi dalla Campania alle Schianatelle della Basilicata, dagli Nnammuri dalla Sicilia alle Sirine della Calabria, sono 11 i formati che nascono dalla storia e dalla tradizione regionale italiana di questa pasta (al costo di 5 euro per mezzo kg), che racchiude in sé l’idea di un nuovo approccio alla Terra. La molitura del grano è effettuata a pietra con la massima attenzione per permettere al germe del grano di diffondere omogeneamente nella farina tutte le sue preziose proprietà organolettiche, assicurando una semola semintegrale, con basso indice glicemico e ricca di profumi e sapori. La realizzazione della pasta è affidata a pastifici artigianali dove la professionalità è frutto delle tradizioni, e che valorizzano la semola con il germe di grano sapientemente lavorata dai mugnai.

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