Dopo quello per il vino e per l'olio
d'oliva, nascerà un marchio di qualità anche per il pane
tradizionale italiano. Lo prevedono tre proposte di legge
presentate rispettivamente da deputati del centrodestra,
dell'Udc e dal diessino Antonio Rotundo, che mirano ad
introdurre nell'ordinamento italiano la definizione di "pane
tradizionale italiano", che da mercoledì saranno esaminate
dalla commissione Agricoltura di Montecitorio.
L'introduzione di questa definizione segue l'orientamento
seguito da altri Paesi europei in materia di tutela di prodotti
alimentari tipici e frutto di produzioni artigianali locali -
é, ad esempio, il caso del cosiddetto "pain maison" francese
- e mira sia a proteggere la produzione artigianale sia a
tutelare i consumatori italiani e stranieri. Un'iniziativa, si
legge nella relazione ad una delle proposte di legge,
finalizzata a "tutelare il patrimonio di tradizioni produttive
artigianali legate alla cucina mediterranea, attraverso la
precisa identificazione di un prodotto che, nell'impiego degli
ingredienti e delle tecniche di produzione, possa rassicurare il
consumatore sulla genuinità e sul rispetto di particolari
tecniche artigianali". Ma non solo: "l'introduzione della
definizione di "pane tradizionale" rappresenterebbe inoltre
per gli autori delle pdl, l cui contenuto è sostanzialmente
analogo, un valido contributo a quella tutela del consumatore
tanto decantata dalle direttive europee, dal momento che, a
differenza di quanto previsto dalla stessa legge sulla
necessità di pubblicizzazione degli ingredienti impiegati nella
produzione del pane posto in vendita, questa denominazione
rappresenterebbe per il consumatore una garanzia sull'impiego di
ingredienti base di tipo tradizionale, senza nulla togliere al
pane prodotto con l'impiego di altri ingredienti che, tuttavia,
si ritiene debba essere posto in vendita in scaffali diversi da
quelli del pane tradizionale".
Le proposte di testo normativo definiscono, in particolare,
'pane tradizionale italiano' "quello ottenuto ottenuto dalla
cottura totale di una pasta lievitata, preparata esclusivamente
con sfarinati di grano, acqua e lievito, con o senza l'aggiunta
di sale comune e senza l'impiego di sostanze aggiuntive. Dunque,
buona farina, acqua, sale, lievito rigorosamente naturale e
nient'altro, visto che, si legge ancora nelle pdl, per poter
apporre questo nuovo marchio di qualità al pane sarà vietato
"utilizzare ingredienti contenenti sostanze geneticamente
modificate" e qualsiasi additivo di tipo chimico". Anche il
"pane di casa" potrà fregiarsi di questa etichetta, ma solo
purché sia prodotto "secondo gli usi e le tradizioni locali".
Il pane Doc italiano dovrà essere esposto in appositi
contenitore così da renderlo chiaramente individuabile e
distinguibile da parte dei consumatori.
Dure le sanzioni per i panificatori chi abuserà del nuovo
marchio di qualità: sarà infatti punibile per il reato di
frode alimentare con la reclusione da tre mesi a due anni e una
multa da 500 a 2.500 euro.
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