Si accendono i fornelli, ed il profumo della cucina si espande sotto all’albero e sopra i presepi delle case d’Italia: la cena della Vigilia è alle porte, al pranzo di Natale mancano poche ore, e l’attività di cuoche e cuochi “domestici” del Belpaese entra nel vivo per celebrare le festività, all’insegna della convivialità e della tradizione. Il budget di ogni famiglia per imbandire la tavola del Natale, in media, sarà di 98 euro a famiglia, con l’85% degli italiani che ha scelto di festeggiare a casa con parenti e amici. A dirlo una analisi Coldiretti/Ixè, dalla quale si evidenzia un aumento del 9% della spesa sul 2018.
“Tornano le grandi tavolate con una media di 9 persone a condividere insieme i menu della festa, e per la preparazione casalinga del pasto principale del Natale è stato stimato un tempo medio di 3,8 ore in media con uno storico ritorno al “fai da te” che non si registrava da oltre cinquanta anni. Un ritorno al passato determinato, però, da motivazioni diverse con gli italiani, soprattutto giovani, che si gratificano ai fornelli, e la cucina e il buon cibo che si affermano tra le nuove generazioni come primarie attività di svago, relax e affermazione personale. Lo “show cooking” per gli amici si afferma come appuntamento dei momenti di festa - sostiene la Coldiretti - e spinge anche verso una scelta attenta degli ingredienti, con una tendenza elevata alla ricerca di materie prime fresche e genuine direttamente dai produttori per assecondare la crescente voglia di conoscenza sulle caratteristiche del prodotto e sui metodi per ottenerlo, da raccontare a tavola a parenti e amici.
Lo spumante si conferma come il prodotto immancabile per nove italiani su dieci (91%) mentre il panettone con il 79% batte di misura nelle preferenze il pandoro fermo al 72%”.
Ma le tavole, sottolinea la più grande organizzazione degli agricoltori, si arricchiscono soprattutto dei prodotti regionali tipici della ricorrenza, come il panone di Natale in Emilia Romagna, u piccilatiedd in Basilicata, il panpepato in Umbria, la pizza di Franz nel Molise, lu rintrocilio in Abruzzo, le pabassinas con sa sapa in Sardegna, la carbonata con polenta in Valle d’Aosta, il pangiallo nel Lazio, le carteddate in Puglia, i canederli in Trentino, la brovada e muset con polenta in Friuli, i quazunìelli in Calabria, il pandolce in Liguria, la pizza de Nata’ nelle Marche, i buccellati in Sicilia, il brodo di cappone in tazza in Toscana e l’insalata di rinforzo in Campania, per citarne alcuni.
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