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NATALE: GLI ITALIANI NON RINUNCIANO A DOLCI E CENONE, SOPRATTUTTO AL SUD

Nonostante tutto sarà un Natale all'insegna dell'ottimismo, almeno sul fronte dei consumi alimentari. L'effetto euro e il conseguente clima di austerità dovuto all'alleggerimento delle tasche non sembrano preoccupare più di tanto gli operatori commerciali, quasi tutti convinti che gli italiani non rinunceranno alle tradizioni. Per l'Associazione delle Industrie Dolciarie (Aidi), ad esempio, nessuno saprà rinunciare a panettone e pandoro, o all'immancabile torrone.
Così, stando alle stime, i consumi dovrebbero almeno tenersi in linea con lo scorso anno. D' altra parte il 2002 è stato un anno positivo per l'industria dolciaria nazionale: 1.646.800 tonnellate di prodotti fabbricati per un valore di oltre 9.035 milioni di euro, con un incremento dell'1,5% in volume e del 3,4% in valore sul 2001. Positivi anche i consumi interni (+1,6%), in ripresa dopo un biennio in negativo.
Ma, tornando al Natale, panettone e pandoro restano senza dubbio i dolci simbolo. I dati incoronano il panettone incontrastato sovrano dei dolci natalizi: la produzione negli ultimi cinque anni mostra un incremento dell' 87% per il panettone e del 65,3% per il pandoro. Anche quest'anno, secondo le aspettative, i consumi di lievitati natalizi in Italia dovrebbero mantenersi sulle posizioni del 2002 caratterizzate da 96.400 tonnellate, pari a circa 112 milioni di pezzi, con una prevalenza di vendite al Centro-Sud (55%) rispetto al Nord (45%) e un incremento delle vendite attorno al 4%.
A riscuotere le preferenze dei consumatori è il panettone, con un incremento del 6% nella versione tradizionale e di circa il 9% in quella speciale. Ma negli ultimi anni, un pò al di fuori delle tradizioni, si é affermato un nuovo segmento di lievitati natalizi. Si tratta delle "torte di prericorrenza", cioé torte a base di pasta pandoro o panettone in vendita nei supermercati e negozi già da novembre come anticipazione del Natale vero e proprio.
Questi prodotti partecipato alle vendite totali per una quota superiore all' 8%, con una crescita di quasi il 51% nell'ultimo quinquennio. Sulla tavola natalizia degli italiani, poi, non mancherà di certo il torrone. Dopo un trend negativo durato alcuni anni, i consumi di questo dolce tradizionale sembrano aver ripreso vivacità, registrando nel 2002 una crescita apprezzabile del 4,3% sull'anno precedente, anche se il bilancio di questo segmento resta negativo negli ultimi cinque anni (-15,8%).
Lo scorso anno sono state prodotte 9.350 tonnellate di torroni, di cui 4.800 di tradizionali e 4.550 torroncini, per un valore di 113 milioni di euro. D'accordo sul fatto che gli italiani manterranno le tradizioni della buona tavola è anche la Confesercenti secondo la quale, anche se in generale sarà un Natale freddo per i consumi (regali in prima linea), nessun taglio ci sarà sugli alimenti. E il Sud spenderà più del Nord: nel settentrione il 42% spenderà per cenone e pranzo di Natale non più di 75 euro, il 28% non più di 125 e il 14% oltre 250 euro; nelle regioni meridionali, invece, a contenere le spese entro i 75 euro sarà il 23%, ad osare fino a 125 sarà il 30% mentre il 25% spenderà oltre 250 euro. Intermedio è invece l' atteggiamento dei consumatori del Centro-Italia. Alla fine si spenderà in media 118 euro a famiglia per festeggiare a dovere il Natale, 10 euro in più rispetto allo scorso anno.
Quanto alla scelta dei prodotti, andranno molto vini pregiati e prodotti tipici nazionali e regionali. Pesce per la vigilia, nel rispetto delle tradizioni, e poi dolci di ogni tipo. Il Natale non sarà però soltanto di cibo. Così, sempre in chiave di ottimismo, la Confcommercio prevede un generale incremento dei consumi dove la parte del leone spetterà ai prodotti elettronici.
Ma la Confcommercio fa anche i conti e indica che, per imbandire la tavola e per i regali, ogni famiglia italiana spenderà a dicembre 594 euro di media in più rispetto alla media mensile, 5 euro in più del 2002. Per Confcommercio non c'é dubbio: i regali natalizi saranno quest' anno soprattutto elettronici con in testa compact disc, audio-video, tv e hi-fi (che segneranno un incremento di spesa di oltre il 70% rispetto alla media mensile) ed elettrodomestici (+65%). Sulla tavola ci saranno invece più prodotti tipici di qualità, mentre saranno in calo gli acquisti di salmone (-15-20%) e di torroni (-5%), ai quali verrà preferito il cioccolato (+20-30%).
(Ansa)

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