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NEGOZIATO PAC, IL MINISTRO DE GIROLAMO: “ABBIAMO POSTO CON FERMEZZA ALCUNI PALETTI PER NON SVENDERE L’IDENTITÀ ITALIANA A VANTAGGIO DI ALTRI. PASSI IN AVANTI SU PAGAMENTI DIRETTI, PICCOLI AGRICOLTORI E GIOVANI”

“L’Europa non è un’entità sacra ma un insieme di identità. L’Italia ha una sua identità molto forte”, e nel negoziato sulla riforma della Pac “abbiamo posto con fermezza alcuni “paletti” per non svenderla a vantaggio di altri”. Così il Ministro per le Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo, ha commentato all’Ansa l’obiettivo politico che ha guidato la delegazione italiana nelle trattative in corso da domenica a Lussemburgo. Sull’andamento dei lavori - ha spiegato De Girolamo - “ci accingiamo verso la fine del negoziato e verso il conferimento del mandato” alla presidenza irlandese dell’Ue per chiudere domani a Bruxelles il negoziato sulla riforma, dopo il via libera della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo.
Tra i risultati già concretizzati, il Ministro ha tenuto a sottolineare quelli relativi alle condizioni per ridurre le differenze tra i pagamenti Ue che ricevono gli agricoltori all’intero dello stesso Paese. Ma anche l’esclusione di produzioni come il riso e le colture permanenti (ad esempio i frutteti) dall’obbligo di applicare misure ecologiche per ottenere gli aiuti europei alla produzione “verde” (il 30% del pacchetto globale). Non solo. “Avanzamenti importanti sono stati fatti - ha aggiunto il Ministro - sui pagamenti Ue collegati a determinate produzioni, ma anche in favore dei giovani e dei piccoli agricoltori, nel settore del vino sui diritti d’impianto di nuove vigne, e sul riconoscimento degli agricoltori ‘attivi’ nelle attività produttive collegate all’agricoltura. Infine, ma non ultimo sono stati fatti passi avanti sul rafforzamento delle organizzazioni dei produttori”.
Nel complesso, la nuova Politica Agricola europea si prepara ad accordare un maggior sostegno, ma soprattutto di ridurre la burocrazia al lumicino per oltre 1,2 milioni di piccole aziende agricole italiane. Una Pac che vuole proiettarsi verso il futuro sostenendo anche i giovani che potranno più facilmente creare la proprie azienda grazie a maggiori contributi europei. Ai piccoli agricoltori l’Europa punta ad accordare, a partire dal 2015, un contributo fisso, forfettario, pari a 1.250 euro per il quale non vengono richiesti obblighi burocratici specifici.
Sono oltre 1,6 milioni gli italiani che ricevono contributi Ue dalla Pac. Di questi, 1,4 milioni ottengono un sostegno inferiore a 5.000 euro e sono, per l’appunto, oltre 1,2 milioni le piccole aziende (ad esempio nella produzione di vino o di ortofrutta) che potrebbero beneficiare di uno schema di aiuto specifico per i piccoli produttori, il cui ammontare globale non potrà comunque superare il 10% dell’insieme dei pagamenti diretti che l’Ue versa in Italia. La nuova Pac apre anche ai giovani agricoltori che vogliono creare una nuova azienda, in quanto i singoli Stati membri avranno l’obbligo di accordare loro una maggiorazione del 25%, per i primi cinque anni, dei pagamenti diretti che l’Ue versa agli agricoltori per un ammontare massimo che non può superare il 2% del pacchetto globale. In Italia i giovani produttori sono 135.000 e si spera che la misura incentivi i giovani a investire.

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