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NEL 2009 -24% DI PRODUZIONE PER L’OLIO MADE IN ITALY, MA I PRODUTTORI PUNTANO SULLA QUALITA’. DARDANELLO (UNIONCAMERE): “AMPI SPAZI DI CRESCITA SUL MERCATO”. PER IL VICE MINISTRO ALLO SVILUPPO ECONOMICO URSO: “2010 ANNO DI RIPRESA. EXPORT GIA’ A +4%”

Con -24% di produzione sul 2008, la campagna olivicola 2009 in Italia si conclude con un bilancio più contenuto sulle previsioni di inizio annata. In totale, in base all’ultimo monitoraggio effettuato, saranno prodotte 460.000 tonnellate sulle 600.000 del 2008. Buona la qualità, con punte di eccellenza, anche se la costante di un Paese che notoriamente produce qualità superiori, viene interrotta da produzioni quantitativamente al di sotto della media storica nazionale, a causa delle avversità atmosferiche. Ecco i dati diffusi per il premio nazionale “Ercole Olivario”, che il 27 marzo, a Spoleto, incoronerà i migliori extra vergini del Belpaese.

“Solo il 2% dell’olio di oliva italiano è Dop o Igp, per complessive 8.800 tonnellate prodotte nel 2008 - sottolinea il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello - il fatturato di quest’olio di altissima qualità ha superato i 100 milioni di euro, pari al 5% del valore dell’intero settore. Vi sono quindi ampi spazi di crescita in termini di quote di mercato da coprire. Un dato da tenere presente, considerando che valorizzare la tradizione olivicola italiana rappresenta una scelta strategica sotto il profilo culturale, ma anche un’esigenza per lo sviluppo dei sistemi agroalimentari locali”.

Il vice Ministro allo Sviluppo Economico Adolfo Urso è fiducioso “che questo 2010 possa essere l’anno della ripresa. Ci sono già i primi segnali, la macchina dell’export si è rimessa in moto già nell’ultimo trimestre 2009, a gennaio 2010 le esportazioni extraeuropee sono cresciute di oltre il 4%, tutti indicatori positivi che ci fanno sperare in una crescita dell’export italiano per il 2010 di almeno il 4% e, conseguentemente, di una ripresa delle esportazioni dell’olio di oliva di almeno il 6%, superando abbondantemente la soglia del miliardo di export”.

Molti produttori hanno, dunque, preferito anticipare le operazioni di raccolta per non compromettere la qualità del raccolto ricavando minori rese in olio. Chi invece, proprio a causa del maltempo persistente, non è riuscito neanche a completare le operazioni di raccolta è anche incappato in una congiuntura internazionale caratterizzata da bassi prezzi di realizzo, che in molti casi non hanno coperto neanche i costi di raccolta e di molitura. Anche se il settore in Italia presenta peculiarità diverse, a seconda delle regioni e delle aree regionali, la minore produzione ben distribuita in tutte le principali aree di produzione viene controbilanciata da un’offerta diffusa di prodotto di buona e alta qualità.

Il vice Ministro allo Sviluppo Economico Adolfo Urso sottolinea “le potenzialità di un settore che è il fiore all’occhiello del made in Italy e che per questo va sostenuto con operazioni di promozioni ad hoc. Lo scorso anno decidemmo di puntare sulla Russia, ebbene nonostante la crisi che ha colpito la Federazione Russa, le nostre esportazioni d’olio d’oliva sono riuscite a crescere del 2% che è un risultato certamente positivo”. Per Adolfo Urso “il settore è, come quello vinicolo, quello che maggiormente è cresciuto in questi anni. Anche il 2009, nonostante tutto, è stata una annata positiva. È vero che le nostre esportazioni sono diminuite del 13,7%, ma siamo riusciti a fare meglio di Spagna e Grecia che sono i nostri principali competitor a livello europeo. Un calo, quello dell’export dell’olio d’oliva che è stato comunque inferiore alla contrazione delle nostre esportazioni nel 2009 che, come sapete sono diminuite, del 20%”.

“Non nascondiamo le difficoltà, dunque - prosegue Urso - ma vogliamo partire dai punti di forza e, certamente, l’oro verde, il nostro olio è un punto di forza del made in Italy e dell’immagine dell’Italia nel mondo. Per far questo, attraverso l’Ice, abbiamo deciso che dopo la Federazione Russa per il 2010 i Paesi su cui concentreremo la nostra promozione commerciale saranno Francia, Olanda, Belgio. Mercati importanti, su cui concentrare la nostra attenzione, così come non dobbiamo perdere di vista gli Stati Uniti che oggi sono il nostro primo mercato per l’export (per oltre 300 milioni di euro) e la Germania (per quasi 130 milioni di euro). In tutto per il 2010 l’Ice, con il contributo delle Regioni, avrà un plafond in promozione dell’agroalimentare di 5,2 milioni di euro e una parte di questa verrà dedicata proprio a valorizzare l’immagine dell’olio d’oliva all’estero”.

“Se fino ad ora le nostre battaglie si sono concentrate soprattutto verso la tutela del prodotto - aggiunge il vice Ministro - penso ad esempio all’entrata in vigore dell’etichettatura obbligatoria, una battaglia storica del nostro paese in Europa, adesso dobbiamo passare anche ad una fase offensiva che oggi non può che essere quella di crescere di più all’estero. Questo anno il pil crescerà dell’1%. Ed ogni punto di pil corrisponde a 4 punti di crescita dell’export. I consumi interni, purtroppo sono fermi, la sola gamba che sembra muoversi è proprio quella che guarda all’estero. Significa che l’internazionalizzazione è una scommessa vincente, chi ha puntato ad aprirsi al mondo oggi ne assapora i benefici. E proprio per questo - anticipa Urso - i miei uffici stanno predisponendo un accordo di programma a favore dei produttori italiani di olio d’oliva che dovremmo finalizzare per il 9 aprile, a Verona, nella giornata dell’olio per il “Vinitaly” (Verona, 8/12 aprile). Un accordo che permetterà, attraverso l’Ice, il cofinanziamento all’estero di iniziative promozionali legate al settore. È uno strumento in più - conclude il vice Ministro - un sostegno in più, per continuare a fare meglio e conquistare nuovi mercati. Una volta si diceva, chi si ferma è perduto. Questo vale ancora di più oggi”.

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