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NEL 2013 IN ITALIA SONO STATI BUTTATI 76KG DI CIBO A TESTA, -25% NEGLI ULTIMI 5 ANNI. UN TREND POSITIVO, MA NON BASTA, SE SI PENSA CHE NEL MONDO 1/3 DEL CIBO PRODOTTO VIENE SPRECATO. L’ALLARME DI COLDIRETTI NELLA GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE

Nel 2013, in Italia, sono stati buttati 76 kg di cibo a persona, -25% negli ultimi 5 anni. Un trend positivo, dovuto in parte dalla crisi, ma che deve migliorare ancora, se si pensa che nel mondo 1/3 del cibo prodotto viene sprecato. L’allarme arriva dalla Coldiretti nella Giornata Mondiale dell’Alimentazione proclamata dalla Fao.

“Il contenimento degli sprechi - sottolinea la Coldiretti - è forse l’unico aspetto positivo della crisi che ha determinato una maggiore attenzione degli italiani alla spesa, ma anche alla preparazione in cucina e alla riutilizzazione degli avanzi. Restano comunque quasi 5 milioni le tonnellate di cibo che ogni anno vengono gettate nelle case degli italiani. Un problema etico con effetti sul piano economico e anche ambientale per l’impatto negativo dello smaltimento nei confronti del quale è giusto intervenire sia nei Paesi sviluppati che in via di sviluppo. 1/3 del cibo prodotto nel mondo viene infatti sprecato per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate, delle quali 670 milioni di tonnellate nei paesi industrializzati e 630 milioni di tonnellate in quelli in via di sviluppo. E’ necessario intervenire per una più attenta gestione e distribuzione della produzione agricola ed alimentare per combattere la povertà e la fame. La politica e l’economia - denuncia la Coldiretti - hanno pensato che fosse possibile la globalizzazione senza globalizzare anche le regole fino ad arrivare a trattare il cibo come una merce qualsiasi. Il risultato contraddittorio è stato il diffondersi dell’obesità e dello spreco di cibo nei Paesi ricchi e il furto delle terre fertili cosiddetto land grabbing (71 milioni di ettari dal 2000 ad oggi) e il dramma della fame in quelli poveri”.

Nel rapporto 2013 di Knowledge for Expo e Waste Watcher che indaga su questi comportamenti alimentari, per progettare e promuovere policies efficaci a favorire la riduzione concreta dello spreco alimentare, si legge che italiani, ogni settimana, sprecano dai 4,81 ai 13 euro per famiglia di cibo buttato via. Tra le motivazioni che gli intervistati hanno indicato, oltre al cibo “aveva fatto la muffa” (38,94%) ed “era scaduto” (32,31%), troviamo anche: “era andato a male fuori dal frigo nel caso di frutta e verdura” (26,69%), “l’odore o il sapore non sembravano buoni” (25,58%). In misura sensibilmente inferiore, “l’aver cucinato troppo cibo” (13,29%), l’“aver calcolato male gli acquisti” (13,15%), e l‘aver acquistato “cose che non piacevano” (6,61%). Tra le regioni più virtuose ci sono: la Campania, solo il 47% non getta via cibo quasi mai, la Liguria (68%), la Sardegna (66%) e la Lombardia (62%).

Se fra gli alimenti “freschi” o non cotti gettati dagli italiani primeggiano frutta (51,2%) e verdura (41,2%), formaggi (30,3%) e pane fresco (27,8%), seguiti da pane fresco (27,8%), latte (25,2%), yogurt (24,5%) e salumi (24,4%), le percentuali calano considerevolmente quando si tratta di cibi cotti: in questo caso gli italiani buttano soprattutto la pasta (9,1%) i cibi pronti (7,9%) e precotti (7,7%). Aumenta invece la sensibilità degli italiani alla questione ambientale: il 72% degli intervistati ritiene che lo sviluppo economico e l’occupazione debbano passare dalla tutela dell’ambiente (nel 2007 la % era del 57%). E l’81% degli intervistati valuta che il singolo individuo sia in grado, con le sue azioni quotidiane, di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente e della natura, ma solo il 18% ritiene che le persone si impegnino veramente per tutelare l’ambiente e la natura.

“E’ necessario ora - conclude la Coldiretti - che i decisori politici tengano conto di questa situazione mettendo ai vertici della loro agenda la strategicità del cibo e promuovendo politiche che a livello globale definiscano una regia di regole per i beni comuni come il cibo e l’acqua”.

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