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NEL 2016 I MERCATI EMERGENTI IMPORTERANNO PRODOTTI “BELLI E BEN FATTI” DI FASCIA MEDIO ALTA (TRA CUI L’ALIMENTARE) PER 114 MILIARDI DI EURO (+53%) E IL VALORE DEL MADE IN ITALY SALIRA’ A 10,3 MILIARDI (+3,4 MILIARDI). LO DICE CONFINDUSTRIA

Le importazioni dei mercati emergenti di prodotti “belli e ben fatti”, wine & food in testa, cresceranno fino a 114 miliardi di euro nel 2016 (+53%) e la metà della domanda aggiuntiva verrà da Russia, Emirati Arabi Uniti, Cina, Arabia Saudita, Malesia e Polonia. Il made in Italy nel 2009 aveva una fetta del 9,4% di quel mercato, e se la quota rimanesse inalterata, nel 2016, il suo valore arriverebbe a 10,3 miliardi (+3,4 miliardi di euro). E’ il risultato della ricerca “Esportare la dolce vita” di Centro Studi Confindustria e Prometeia, con il contributo di Anci, Federalimentare, Federlegno-arredo e Smi, sul posizionamento dei beni di fascia medio-alta nei settori chiave del made in Italy e sulle opportunità che i nuovi mercati offrono alle imprese che propongono prodotti non solo di qualità, ma dal forte contenuto evocativo. In particolare, il rapporto elabora la stima delle importazioni di beni del “belli e ben fatti” nei 30 principali mercati emergenti, per il periodo 2011-16, ovvero quei prodotti di fascia medio-alta (escluso il segmento del lusso) nei settori alimentare, abbigliamento e accessori, calzature e arredamento, la cui vendita all’estero è stata di 48 miliardi di euro nel 2010, il 15% del totale delle esportazioni manifatturiere italiane.

Nel 2016, si legge nel rapporto, ci saranno 188 milioni di nuovi ricchi in più rispetto al 2010, vale a dire persone con un reddito annuo superiore a 30.000 dollari (a prezzi 2005 e a parità di potere d’acquisto). Un terzo dei nuovi ricchi saranno cinesi e il 13% indiani ma la classe benestante si allargherà anche in paesi geograficamente più vicini all’Italia, dove la nostra quota di beni è maggiore, come Russia e Turchia, e culturalmente affini, come l’Argentina.

Secondo il rapporto, “se la competitività dell’Italia migliorasse rispetto ai principali Paesi concorrenti (Francia, Germania, Spagna e Cina) in 3 variabili promotrici del commercio estero - presenza di istituti di cultura all’estero, flussi turistici internazionali in entrata, registrazione di marchi sui mercati esteri - le esportazioni di “Bbf” potrebbero ricevere ulteriore slancio: +10% di vendite all’estero con maggiori esportazioni di “Bbf” per oltre 1 miliardo di euro”.

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