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Nel 2022 alimentari e bevande incidono del 18,4% (pari a 482 euro) sulla spesa totale degli italiani

Ma il Report Istat rimarca le differenze regionali: i campani sono in testa alla classifica nazionale, con 552 euro al mese (42% in più dei sardi) 

Nel 2022, a fronte dell’incremento dei prezzi di alimentari e bevande analcoliche (+9,3% la variazione su base annua dell’Ipca, Indice dei prezzi al consumo armonizzato), le spese delle famiglie per l’acquisto di questi prodotti sono cresciute del 3,3% rispetto all’anno precedente (482 euro mensili, pari al 18,4% della spesa totale): il 21,5% della spesa alimentare è destinato alla carne, il 15,7% a cereali e prodotti a base di cereali, il 12,7% a ortaggi, tuberi e legumi, il 12,0% a latte, altri prodotti lattiero-caseari e uova, l’8,5% alla frutta e il 7,9% a pesce e frutti di mare. Ecco i dati che emergono dal Report Istat sulle “Spese per i consumi delle famiglie”, pubblicato in questi giorni. In altre parole, meno di un 1 euro su 5 viene speso per mangiare, con un deciso aumento dell’incidenza di altre voci di spesa come abitazione, abbigliamento, trasporti e comunicazioni. Ma il rapporto evidenzia anche le differenze regionali, con la Campania che si piazza in testa alla classifica per la spesa alimentare (552 euro al mese), ben il 42% in più sulla Sardegna, ultima in classifica, con 389 euro al mese.
In termini generali, la spesa media mensile degli italiani nel 2022 è pari a 2.625 euro (2.415 euro nel 2021; +8,7%), ma la crescita in termini reali risulta pressoché nulla per effetto dell’inflazione (+8,7% la variazione su base annua dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo). In termini reali, la spesa equivalente diminuisce del 2,5% per le famiglie meno abbienti, mentre per le famiglie più abbienti aumenta dell’1,8%. Permangono ampi i divari territoriali: 782 euro di differenza tra la spesa massima del Nord-ovest e quella minima del Sud, erano 748 euro nel 2021. Continuano ad accentuarsi le differenze nei livelli di spesa tra le famiglie composte solamente da italiani rispetto a quelle in cui tutti i componenti sono stranieri (952 euro in più, 850 nel 2021).
Dietro al dato nazionale si nascondono, secondo un’analisi di Coldiretti, notevoli differenze a livello regionale, con i consumi per alimentari e bevande che nel Mezzogiorno d’Italia assorbono quasi un terzo (31%) della spesa complessiva. La situazione varia tuttavia notevolmente da Nord a Sud nelle diverse regioni, dall’importo minimo di 389 euro al mese in Sardegna, ai 445 euro del Trentino Alto Adige, i 454 euro della Puglia, i 457 della Liguria, i 466 dell’Emilia Romagna e del Lazio, i 468 della Lombardia, i 469 del Veneto, i 471 in Friuli Venezia Giulia, i 473 delle Marche, i 481 del Piemonte, i 484 dell’Abruzzo, i 491 della Basilicata e della Toscana, i 492 della Calabria, i 499 dell’Umbria e del Molise, i 511 della Valle d’Aosta, i 546 della Sicilia, fino alla “regina” campana. La spesa a tavola delle famiglie campane è del 42% superiore a quella dei sardi, con la regione patria della Dieta Mediterranea che si posiziona così al top della classifica nazionale, con 552 euro al mese a famiglia per il solo acquisto di generi alimentari e bevande analcoliche, rispetto agli abitanti della Sardegna che fanno segnare il valore più basso lungo la Penisola.
Le famiglie hanno posto in essere strategie di risparmio per far fronte al forte aumento dei prezzi che ha caratterizzato il 2022, in parte grazie a quanto accumulato negli anni di crisi dovuta al Covid. Nel 2020 e nel 2021, infatti, il tasso di risparmio lordo delle famiglie consumatrici è stato, rispettivamente, del 15,6% e del 13,2%, prima di ridiscendere ai livelli pre-Covid attestandosi attorno all’8%. In molti casi si è trattato anche di modificare le proprie scelte di acquisto, in particolare nel comparto alimentare. Il 29,5% delle famiglie intervistate nel 2022 dichiara di aver provato a limitare, rispetto a un anno prima, la quantità e/o la qualità del cibo acquistato. Comportamento che trova conferma anche nei dati Istat sul commercio al dettaglio, che registrano in media, nel 2022, per la vendita di beni alimentari, un aumento tendenziale in valore (+4,6%), soprattutto nei discount, e una diminuzione in volume (-4,3%).
La voce più pesante nel carrello delle famiglie resta quella della carne e salumi, secondo Coldiretti, per i quali si spendono mensilmente 104 euro, davanti a pasta, pizza, pane e cereali (76 euro), mentre al terzo posto si piazza la verdura con 61 euro. Seguono latte formaggi e uova, con 58 euro, e la frutta a 41 euro, poco davanti al pesce (38 euro). In classifica ci sono poi i cibi pronti con 30 euro, lo zucchero e dolci con 21 euro, l’olio d’oliva assieme al burro e gli altri condimenti con 15 euro, oltre a caffè, acqua minerale, bibite.

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