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NEL 2050 LA NUTRIZIONE MONDIALE E’ A RISCHIO: E’ L’ALLARME LANCIATO DALLA FAO, CHE NEL SUO RAPPORTO INDIVIDUA LE CAUSE NEL DIFFUSO DEGRADO E NELLA CRESCENTE SCARSITA’ DELLE TERRE E DELLE RISORSE IDRICHE

Il diffuso degrado e la crescente scarsità delle terre e delle risorse idriche stanno mettendo a rischio un gran numero di sistemi di produzione alimentare chiave, costituendo una seria minaccia alla possibilità di riuscire a sfamare una popolazione mondiale che secondo le stime raggiungerà 9 miliardi di persone entro il 2050. Lo afferma un nuovo rapporto della Fao, l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, sullo stato mondiale delle risorse idriche e fondiarie per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Solaw) presentato ieri a Roma. Nel rapporto si sottolinea come sebbene negli ultimi 50 anni si sia registrato un notevole aumento della produzione mondiale (tra il 1961 e il 2009 la superficie mondiale coltivata si è estesa del 12%, ma la produzione agricola è cresciuta del 150%), “in troppe occasioni tali miglioramenti sono stati accompagnati da pratiche di gestione delle risorse che hanno degradato gli ecosistemi terrestri e idrici dai quali la produzione alimentare stessa dipende”.

Nessuna regione sembra esserne immune: ecosistemi a rischio si trovano infatti, secondo la Fao, ogni parte del mondo: dalle montagne della Cordigliera Andina alle steppe dell’Asia Centrale, dal bacino fluviale del Murray-Darling al centro degli Stati Uniti. I tassi di crescita della produzione agricola sono andati rallentando in molte aree e numero di terreni che hanno ormai quasi raggiunto i limiti della loro capacita’ produttiva sta aumentando rapidamente allerta la Fao, che spiega anche come il 25% della superficie agricola mondiale sia degradata. Il 40% delle terre degradate a livello mondiale si trova in zone con alti tassi di poverta’, spiega il rapporto della Fao, secondo il quale per il 2050, la popolazione e i redditi in crescita costante richiederanno un aumento del 70% della produzione mondiale alimentare. Il che significa un miliardo di tonnellate di cereali e 200 milioni di tonnellate di prodotti d’allevamento da produrre in più ogni anno.

“Sistemi a rischio potrebbero semplicemente non essere in grado di contribuire a soddisfare i bisogni della popolazione mondiale di qui al 2050. Le conseguenze in termini di fame e povertà sono inaccettabili, per questo concrete azioni risolutive devono essere prese ora” ha detto il direttore generale della Fao, Jacques Diouf.

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