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“Nel 2050 la popolazione mondiale aumenterà di 2,3 miliardi di persone: o sfamiamo tutti o salviamo l’ambiente”. L’allarme dell’economista Stefano Zamagni, protagonista, domani, del Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione Barilla

“Oggi siamo di fronte a un dilemma etico: nel 2050 la popolazione mondiale aumenterà di altri 2 miliardi e 300 milioni. Questo vuol dire aumentare la produzione agricola del 70% e mettere a coltura terre che non ci sono. Il dilemma etico è che o decidiamo di sfamare tutti o di salvare l’ambiente”. Lo ha sottolineato l’economista della John Hopkins University e membro dell’Accademia Pontificia di Scienze Sociali Stefano Zamagni, anticipando i temi che tratterà nell’edizione n. 7 del Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione, “Mangiare meglio. Mangiare meno. Mangiare tutti”, promosso e organizzato da Fondazione Bcfn - Barilla center for food & nutrition, di scena, domani, all’Università Bocconi di Milano.

Per risolvere questo dilemma “il cibo non deve essere più visto come un bene privato ma come un bene comune - ha aggiunto - perché se il cibo è un bene privato io con il mio ci faccio l’uso che desidero. Ma il risultato di questo è che oggi un terzo del cibo viene distrutto, mandato al macero, mentre ci sono ancora 780 milioni di persone che vivono in condizioni di fame”.
Il cibo, secondo Zamagni, deve diventare un bene comune al pari dell’ambiente, dell’acqua. “Inoltre bisogna ripensare la legislazione sulla attività del consumo: oggi non abbiamo ancora un codice del consumo che vede il consumatore come cittadino, perché lo si continua a vedere come un cliente - ha concluso - e questo porta a delle storture. Infine, bisogna che l’etica della virtù prenda il sopravvento rispetto a quella utilitaristica”.

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