L’Italia si preparava ad entrare in Fase 2 dell’emergenza Covid, e chiamati ad esprimere il nostro punto di vista, quello di chi quotidianamente si occupa di enogastronomia, sullo scenario che si sarebbe aperto, WineNews rifletteva di come, nei giorni di clausura, “il mondo è stato accomunato dal ritrovare il giusto rapporto con il cibo e con il vino, che sono tornati al centro della vita familiare e sulle tavole di ogni giorno, non per idillio o piacere, ma per necessità, di cui fare virtù, perché il senso del cibo che abbiamo riscoperto farà sì che l’alimentazione sia ancora più fondamentale nella vita quotidiana dell’uomo, con la ritrovata consapevolezza che è parte di noi: mai come adesso abbiamo compreso che siamo quello che mangiamo, ed il legame tra ambiente, cibo e salute”. Secondo un’indagine Istat sulla Fase 1 e le giornate in casa nel lockdown, lo abbiamo fatto riscoprendo - forzatamente, ma tant’è - una parte importante della nostra vita, che non tutti fino a quel momento potevano concedersi: il tempo libero, al quale si è dedicato la quasi totalità degli italiani (98,3%). E, in particolare, il 53% della popolazione di 18 anni e più si è dedicata alla preparazione di pane, pizza, dolci, più le donne (69,6%) ma anche gli uomini non sono stati da meno (37,3%), e almeno una volta a settimana (42,1%). Tra le attività di lavoro familiare la preparazione dei pasti ha coinvolto il 63,6% degli italiani (l’82,9% delle donne, il 42,9% degli uomini), ma si è dedicato più tempo anche al loro consumo (più di 1 su 4), facendoli tornare ad essere momenti conviviali anche nei giorni feriali con la famiglia al completo più spesso che in altri periodi. Con il risultato che un quarto della popolazione ha dichiarato di aver mangiato maggiori quantità di cibo, e soprattutto i più giovani.
L’obbligo di restare a casa, sottolinea l’indagine Istat (pubblicata a giugno 2020 e svolta in aprile), ha stravolto la quotidianità dei cittadini e ha avuto un forte impatto sulla loro giornata e sul loro modo di passare il tempo. Il primo effetto è stato quello di ripiegare sulle attività possibili tra le mura domestiche, senza rinunciare alla creatività, e di cogliere questa occasione per fare sperimentazioni e dedicarsi a quanto rimandato da tempo. Nella giornata-tipo in Fase 1, analizzando i profili dei giovani di 18-34 anni si osserva che le attività di svago con cui hanno trascorso maggiormente il tempo libero sono risultate a sorpresa la preparazione di pane, pizza e dolci (59,5%), la manutenzione della casa (37,8%), i videogiochi (37,5%), i giochi di carte e con amici su Internet (rispettivamente il 35,1% e il 31,9%) e il canto (33,6%). Emergono alcune differenze di genere: i ragazzi hanno messo al primo posto i videogiochi (51,7%), le ragazze la preparazione di pane, pizza e dolci (72,9%). Sebbene la quota di ragazzi che si sono dilettati nella preparazione di dolci e prodotti lievitati sia più contenuta (46,8%), questa attività occupa la seconda posizione nelle loro preferenze.
Accanto al cucinare, curare la casa e il giardinaggio, rientra tra le attività di lavoro familiare anche la spesa che, come tutte le attività che richiedono uno spostamento, ha riguardato meno persone: è uscito per fare a spesa poco più di un cittadino su 10. L’assenza di differenza di genere conferma la spesa tra le attività di lavoro familiare più equamente distribuite tra uomini e donne. Come prevedibile, a causa delle regole per l’ingresso nei punti vendita e delle file che si sono formate, circa un cittadino su due ha dichiarato di avere dedicato più tempo a questa attività.
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