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Nel calice delle feste 2023 meno Champagne, e più vini fermi italiani. I trend secondo Partesa

Crescono le birre lager speciali, i Gin premium, e tornano i grandi classici dell’aperitivo italiano nei brindisi fuori casa
BRINDISI, FESTE, PARTESA, vino, Italia
Nel calice delle feste 2023 meno Champagne, e più vini fermi italiani. I trend Partesa

Nel calice delle feste 2023 ci sarà meno Champagne, e torneranno a prendersi un po’ la scena i classici vini fermi italiani. Ma ci sarà anche la crescita delle birre lager e speciali, soprattutto spillate, il “Rinascimento” dei classici dell’aperitivo italiano ed un certo fascino del whisky in miscelazione. E se l’inflazione comprime i consumi, nelle Festività di fine anno, gli italiani non rinunciano, però, alla qualità e confermano la scelta di produzioni d’eccellenza per i brindisi fuori casa. A dirlo Partesa, società specializzata nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Horeca, che offre un portfolio di oltre 7.000 referenze di qualità a 37.000 tra bar, pub, ristoranti, pizzerie e locali in 15 Regioni italiane. E che, nonostante mesi di pesante inflazione, continua a vedere la ricerca di qualità superiore guidare la scelta beverage in ogni luogo e occasione di consumo, all’insegna di una cultura del sapere bere e del bere responsabile. Per il vino, in particolare, secondo Partesa, dopo un 2022 a tutto sparkling, le festività 2023 saranno all’insegna della riscoperta dei grandi vini fermi made in Italy, con una particolare attenzione per l’elevato rapporto qualità-prezzo e per la regionalità. Lo Champagne si lascia alle spalle le straordinarie performance dello scorso anno e continua a vivere una fase calante iniziata già nel periodo estivo, complice una minor disponibilità di spesa dei consumatori. E, mentre gli spumanti di qualità (Metodo Classico, in primis) si mantengono stabili, cresce la richiesta di vini fermi. Tra i rossi è attesa un’ottima performance delle grandi denominazioni, come Barolo, Barbaresco, Brunello di Montalcino, Chianti (con il Chianti Classico che ha visto, in particolare, ben sette etichette nella “Top 100 2023” by Wine Spectator, ndr), che, quest’anno, hanno ricevuto una pioggia di riconoscimenti dalla critica nazionale e mondiale e che proseguono così il trend positivo in atto da ormai due anni. Accelera anche l’ascesa dei vini bianchi sulla scia dei nuovi stili di vinificazione capaci di incontrare il gusto più moderno: una rivoluzione stilistica che interessa, in particolare il Sud Italia, ma che abbraccia anche Friuli e Alto Adige.
Guardando, invece, alla birra, emerge come “agli italiani piacciono le chiare, leader incontrastate quando si parla di quota di mercato nel fuoricasa, ma bevono sempre più spesso birre speciali, gustate da sole o, soprattutto in questo periodo - spiega Partesa - in accompagnamento i ricchi piatti invernali. Crescono, in particolare, le quote dei brand della tradizione italiana, Birra Moretti in primis, e delle Lager Plus (come Ichnusa Non Filtrata, Ichnusa Ambra Limpida e Birra Messina Cristalli di Sale), mentre nel mondo delle speciali si consolida la richiesta di Ipa (India Pale Ale) e Apa (American Pale Ale), soprattutto alla spina. Se infatti i consumi di birre in bottiglia e lattina vedono una lieve contrazione, è il fusto, tornato a crescere lo scorso anno dopo mesi di lockdown, a registrare le migliori performance, confermando che fuori casa gli italiani ricercano qualità ed esperienze gustative superiori. Brindisi senza pensieri, infine, con le birre alcol-free, come Heineken 0.0 o Birra Moretti Zero, che, sebbene rappresentino un mondo ancora piccolo e in via di sviluppo in Italia, promette evoluzioni interessanti nel prossimo futuro, soprattutto nella fascia più giovane dei consumatori che si rivela particolarmente attenta a bere in modo responsabile”.
Il mercato degli spirits, invece, dopo l’exploit post-pandemia, vede ora una fase di assestamento, ma non certo priva di vivacità. Se le referenze standard perdono terreno, quelle premium non conoscono crisi: in particolare, è la miscelazione di qualità che attira sempre più consumatori e cresce il numero di locali che si sono dotati di un’offerta di drink che va dall’aperitivo al dopocena. Guardando ai prodotti, il Gin Premium continua a detenere lo scettro di re della categoria, primo distillato a volume e a valore, mentre gli spirits a base Agave, superate le difficoltà di reperibilità di prodotto, si confermano una sua apprezzata alternativa nel mondo dei White Spirits. Prosegue poi la passione per il momento aperitivo, con la riscoperta dei grandi classici italiani (come Negroni, Americano e Milano-Torino), che sostiene le crescenti richieste di Vermouth Premium e di Bitter, con una domanda guidata dal brand ma anche, e soprattutto, dalla qualità degli ingredienti e dalla loro territorialità. Da segnalare, infine, un interessante ritorno del Whisky in miscelazione, in particolare Bourbon e Irish, sempre di elevata qualità, perfetto per la stagione fredda. Ed è proprio in questo contesto che Partesa ha recentemente deciso di arricchire la sua linea di spirits private label Liq.ID, con una “Premium Collection” di quattro referenze di alta qualità tra cui spiccano GAL 41, il London Dry Gin con luppoli selezionati che regala un’esperienza sensoriale ineguagliabile, soprattutto nel Gin Tonic, e Amarottanta, l’amaro con 80 erbe e spezie da tutto il mondo, fresco, morbido e con un grande equilibrio gustativo che lo rende perfetto da gustare liscio o con ghiaccio a fine pasto.
“Le dinamiche inflattive dei mesi passati hanno inevitabilmente condizionato i consumi fuoricasa degli italiani, che hanno scelto di consumare meno, ma non di rinunciare alla qualità. Un trend a cui i gestori dei locali italiani hanno risposto ampliando ed elevando l’offerta beverage su più momenti di consumo. Ci aspettiamo, quindi, che sarà ancora una volta la preferenza per prodotti d’eccellenza a caratterizzare i brindisi di fine anno in tutte le categorie e dagli aperitivi agli after dinner, in attesa di un 2024 in cui il raffreddamento dell’inflazione permetterà una graduale ripresa dei consumi, sempre nel segno di una cultura del buon bere che siamo felici di vedere essere sempre più radicata” ha commentato Massimo Reggiani, ad Partesa.

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