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Nel giorno in cui viene consegnato alle istituzioni in vista di Expo2015, il patto globale sul cibo del “Protocollo di Milano” conquista nuovi endorser: anche Coop con Barilla, Jamie Oliver, Eataly, Slow Food, Coldiretti, Wwf e Save The Children

Ad un anno dal lancio e nel giorno in cui viene consegnato alle istituzioni in vista di Expo2015, il “Protocollo di Milano”, la proposta di un patto globale sul cibo promossa dalla Fondazione Bcfn-Barilla Center for Food & Nutrition, conquista nuovi endorser: anche Ancc-Coop e Coop Italia, gli organismi nazionali del sistema Coop, diventano ufficialmente sostenitori dell’accordo mondiale su alimentazione e nutrizione, accanto alle numerose organizzazioni internazionali che già lo sostengono, dalla Jamie Oliver Foundation a Eataly, da Slow Food a Coldiretti, dal Wwf a Save The Children (www.protocollodimilano.it). Nell’International Forum on Food & Nutrition n. 6, promosso dalla Fondazione Bcfn all’Università Bocconi a Milano (www.barillacfn.com), è stata presentata la stesura finale del Protocollo alla presenza di esperti internazionali, accademici, rappresentanti delle più importanti organizzazioni e associazioni attive in ambito alimentare e ambientale, istituzioni e società civile.
“La sostenibilità dello sviluppo economico, cioè di una crescita equilibrata tra produzione alimentare e sfruttamento delle risorse del pianeta - ha spiegato Marco Pedroni, presidente Coop Italia - è uno dei criteri fondamentali che guidano le strategie di Coop. Riteniamo importante il ruolo di modelli produttivi e di imprese a larga partecipazione e gestione democratica, nell’assicurare un cibo buono e sicuro per tutti e creare così consapevolezza sul futuro del Pianeta”.
Il Protocollo si pone i seguenti obiettivi in vista di Expo 2015: lotta allo spreco alimentare, con l’abbattimento del 50% entro il 2020 dell’impressionante cifra di 1.3 miliardi di tonnellate di cibo sprecato nel mondo, attraverso campagne mirate ad accrescere la consapevolezza del fenomeno e accordi di lungo termine che coinvolgano l’intera catena alimentare a partire dalla filiera agricola; attuazione di riforme agrarie e lotta alla speculazione finanziaria, promuovendo un’agricoltura più sostenibile, e lotta alla fame e l’obesità, con il richiamo all’importanza dell’educazione alimentare e di uno stile di vita sano.
Il “Protocollo di Milano” si propone come base di discussione per pianificare il nostro futuro alimentare e salvaguardare il nostro Pianeta. Negli ultimi 12 mesi, 500 esperti internazionali hanno fornito il proprio contributo al Protocollo, oltre 70 tra organizzazioni e soggetti istituzionali hanno dato il proprio sostegno e migliaia di persone hanno già aderito attraverso la piattaforma dedicata. In pieno accordo con le linee guida del documento, anche Coop - parta attiva in Expo nella progettazione del “supermercato del futuro” - sposa e realizza, si legge in una nota, “iniziative concrete per la sostenibilità alimentare e ambientale attraverso azioni a favore dei consumatori, attività di informazione e formazione sul consumo consapevole che in oltre trent’anni hanno coinvolto migliaia di scuole, studenti, insegnanti e famiglie”.
“Aderiamo volentieri al protocollo di Milano - ha detto Enrico Migliavacca, vicepresidente vicario Ancc-Coop - perchè è coerente con i valori che la cooperazione promuove. Dibattere con istituzioni, imprese, cittadini e attori della società civile sull’insostenibilità dell’attuale ritmo di consumo delle risorse come fa il Protocollo di Milano è infatti un modo di attivare un processo di costruzione partecipata e cooperativa che aiuta a fare “comunità”.
“L’iter che ha accompagnato nel 2013 la stesura del Protocollo di Milano giunge a conclusione con la presentazione della versione finale del documento - ha sottolineato Guido Barilla, presidente della Fondazione Bcfn - che viene consegnato alle istituzioni italiane e internazionali con l’obiettivo di promuovere il dibattito sui tavoli politici durante i prossimi mesi. Non dobbiamo perdere l’occasione per affrontare in modo serio questioni che sono fondamentali per il nostro futuro. I sei mesi di Expo 2015 devono lasciare un’eredità più profonda e duratura di una pur splendida vetrina con le migliori eccellenze alimentari”.

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