L’agriturismo ha recentemente raggiunto il traguardo delle 15 mila aziende, con un fatturato annuo che nel 2006 sarà di 900 milioni di euro. Il settore sta rispondendo positivamente agli effetti negativi della crisi economica (le presenze, negli ultimi cinque anni sono comunque cresciute, sia pure del 2%), ma l’incremento dell’offerta (22% nell’ultimo quinquennio) ha portato ad un ridimensionamento dei redditi medi aziendali. Ci si chiede allora se la domanda di agriturismo è già satura e non c’è dunque spazio per una ulteriore espansione dell’offerta, oppure se, adottando strategie di marketing più efficaci, l’agriturismo può proseguire nella sua crescita. Se ne parlerà il 24 maggio a Torgiano (Perugia) nella tavola rotonda “Prodotti a denominazione d’origine e marketing dell’agriturismo”. L'incontro, moderato dal giornalista Carlo Cambi, vedrà la partecipazione di Riccardo Ricci Curbastro e Federico Vecchioni (presidenti, rispettivamente, di Agriturist e Confagricoltura), Laura La Torre (Direttore Generale del Ministero delle Politiche Agricole), Magda Antonioli (ricercatrice e docente alla Bocconi di Milano), e Ferdinando Albisinni (giurista e docente all’Università della Tuscia).
“Riteniamo – dichiara il presidente di Agriturist, Riccardo Ricci Curbastro – che per l’agriturismo vi siano ancora ampi spazi di crescita, anche se il rapido incremento dell’offerta, e il quadro economico generale, rendono più impegnativo il rapporto col mercato. Non è più, come negli anni Novanta, che gli ospiti arrivavano quasi senza fare pubblicità”.
La ristorazione (offerta dal 60% delle aziende agrituristiche) rappresenta un potente fattore attrattivo nella misura in cui risponde alla aspettativa diffusa di genuinità e di tipicità, grazie alla profonda conoscenza che gli imprenditori agricoli hanno della qualità dei prodotti agroalimentari, di cui sono artefici; soprattutto quando si tratta di qualità certificata, come nel caso dei prodotti riconosciuti dall’Unione Europea, a Denominazione d’Origine Protetta (DOP) e ad Indicazione Geografica Protetta (IGP).
“Ogni prodotto della tradizione territoriale – prosegue Ricci Curbastro – ha una storia, che l’agricoltore, più di ogni altro conosce. Raccontare questa storia significa stabilire un collegamento fra i piaceri della tavola e tutte le altre cose interessanti che il territorio offre. Il marketing dell’agriturismo deve puntare soprattutto in questa direzione, come stabilisce anche la nuova legge quadro di settore”.
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