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ANALISI

Nel mondo 22.515 ettari di vigneti biodinamici, lo 0,3% delle superfici vitate

Nei numeri di associazioni e certificazioni di settore, la dimensione di un fenomeno rilevante sui mercati, ma ancora indefinito dalla legislazione UE

Senza una legge europea che ne definisca, giuridicamente, i limiti e e le specificità, è a dir poco arduo avere un quadro preciso sui numeri e la reale dimensione della viticoltura biodinamica. Una nicchia che, sia sui mercati che nel dibattito pubblico, gioca un ruolo importante, ma non da sola, perché spesso e volentieri il mondo dei vini biodinamici viene abbracciato da categorie più grandi, come quella dei vini naturali, organici o biologici.
Gli adepti del cornoletame e della dottrina agronomica di Steiner, possono comunque contare su enti di certificazione privati e associazioni, come Demeter, Biodyvin, respekt Biodyn, Nasaa, AgriBio Dinamica, Aco, Sxc, dai cui dati è possibile, come ha fatto la “American Association of Wine Economics”, a ricostruire la mappa dei vigneti biodinamici nel mondo, per quanto incompleta e, vista la volontarietà delle certificazioni esistenti, molto probabilmente sottostimata.

In cima c’è la Francia, con 10.166 ettari vitati in regime biodinamico, pari all’1,28% del totale del vigneto. Al secondo posto la Spagna, con 2.390 ettari in biodinamica (0,25%), poco più dell’Italia, a quota 2.359 ettari (0,34%). Quindi gli Stati Uniti con 1.533 ettari (0,36%), l’Austria con 1.284 ettari vitati in regime biodinamico (2,73%), l’Australia con 1.180 ettari (0,87%), il Cile con 1.141 (0,8%), l’Argentina con 432 ettari (0,2%) e la Svizzera con 417 ettari, primo Paese per incidenza del vigneto biodinamico sul totale delle superfici vitate: il 2,78%. In tutto il mondo, sono 22.515 gli ettari vitati in biodinamica, par allo 0,3% dell’intero vigneto mondiale.

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