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“Nel mondo ci sono ancora 800 milioni di persone che non hanno abbastanza cibo. Per eliminare la fame nel mondo entro il 2030, basterebbe un investimento di 267 miliardi di dollari l’anno, appena lo 0,3% del Pil mondiale”. Così un Rapporto Fao

Nel mondo ci sono ancora 800 milioni di persone che non hanno abbastanza cibo, concentrate soprattutto nelle aree rurali. Lo rileva il Rapporto messo a punto da Fao, World Food Programme (Wfp) e Fondo internazionale per lo sviluppo dell’agricoltura (Ifad), presentato oggi a Roma, secondo cui la gran parte degli investimenti per raggiungere l’obiettivo di fame zero in 15 anni, entro il 2030, andrebbe fatta proprio nel settore agricolo, e per raggiungere l’obiettivo servirebbero 116 miliardi di dollari l’anno, di cui 75 per le aree rurali, in misure di protezione sociale, come sussidi o finanziamenti ai più poveri, mentre altri 151 miliardi di dollari, di cui 101 nelle aree agricole, servirebbero per investimenti pro poveri, per rendere autosufficienti queste persone. Per un investimento totale di 267 miliardi di dollari l’anno, pari ad appena lo 0,3% del Pil mondiale.
Il messaggio del Rapporto, presentato in vista della terza Conferenza internazionale sul finanziamento allo sviluppo prevista ad Addis Abeba il prossimo 13 luglio, “è chiaro - ha spiegato Josè Graziano da Silva, direttore generale della Fao - se si adotta un approccio “business as usual” entro il 2030 ci saranno ancora 650 milioni di persone che soffrono la fame nel mondo. Dato che la somma necessaria è pari allo 0,3% del Pil mondiale credo che sia un piccolo prezzo da pagare”. L’investimento necessario, ha sottolineato Da Silva, sarebbe equivalente a dare 160 dollari l’anno a ogni persona che vive in estrema povertà. “I fondi dovrebbero essere usati per la protezione sociale, per portare cioè ogni persona al di sopra del livello di povertà, che per l’Onu equivale a 1,25 dollari al giorno, e per investimenti diretti a far sì che queste persone possano avere lavori migliori e la possibilità di mantenersi autonomamente sopra il livello di povertà”.
“I piccoli agricoltori sono la chiave - ha spiegato Josefina Stubbs, direttore dell’Ifad - un investimento in agricoltura rende tre volte la cifra impegnata. Piccoli agricoltori e imprese rurali possono rendere comunità in sofferenza dei luoghi fiorenti". Gi investimenti, ha spiegato il direttore generale del Wfp Ertharin Cousin, sono inferiori a quello che già si spende per le conseguenze della fame e della povertà. “Combattere la fame è come una medicina preventiva - ha affermato - questi numeri sono solo solo una frazione di quanto il mondo sta spendendo a causa di denutrizione e povertà”.

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