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NELL’INDUSTRIA ALIMENTARE GLI ADDETTI AI LAVORI SONO PESSIMISTI. LO DICE UN’INDAGINE ISMEA. PIÚ FIDUCIA TRA GLI OPERATORI DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE

Non è un momento roseo per l’industria alimentare italiana: risulta infatti in calo la fiducia tra gli addetti ai lavori, secondo un’indagine che Ismea ha condotto un sondaggio con un panel di 1.200 industriali. L’indice che misura la confidence delle imprese del settore, pur rimanendo di segno positivo (2,6 il valore), ha subito una flessione di 3 punti sul trimestre precedente. Tra le cause, la principale è dovuta al rincaro dei prezzi delle materie prime ed energetiche, che ha finito con il penalizzare l’industria alimentare, generando così ricadute indesiderate sia sulla domanda finale, a causa dell’erosione del potere d’acquisto dei consumatori, sia sulla dinamica dei costi di produzione.

Dai giudizi degli operatori dell’industria alimentare emerge un atteggiamento di generale prudenza, in un contesto di forte incertezza alimentato anche delle tensioni geopolitiche nell’area del Mediterraneo. A livello settoriale, gli indici del clima di fiducia evidenziano una congiuntura più favorevole per l’industria dei gelati, della pasta, per la mangimistica, per gli elaborati a base di carne e per la lavorazione degli ortofrutticoli. Il trimestre si è rivelato, invece, più complesso per l’industria delle acque minerali e delle bevande analcoliche, per quella dolciaria, molitoria, di prima lavorazione delle carni bianche e per i comparti del riso e dell’olio d’oliva.

Per contro, l’indagine Ismea sul clima di fiducia nella grande distribuzione alimentare, condotta su un panel di 200 operatori, rivela andamenti differenziati a seconda delle aree geografiche, evidenziando un maggiore ottimismo nel Nord-Est e nel Centro Italia. Tra i diversi canali, giudizi complessivamente più favorevoli sono emersi nei supermercati, sui minimarket e sugli ipermercati, dove l’indagine ha rivelato, invece, un sentiment prevalentemente negativo.

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