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NELLA CALZA DELLA BEFANA, PER SAIAGRICOLA (EX FONDIARIA-SAI, OGGI DI UNIPOLSAI) POTREBBERO ARRIVARE INVESTIMENTI IMPORTANTI. SOPRATTUTTO NEL BRUNELLO DI MONTALCINO (LA PODERINA) E NELL’ACCOGLIENZA (FATTORIA DEL CERRO E MONTERUFOLI). COSÌ L’AD TERZANO

Italia
Domenico Terzano ad Saiagricola

Mancano gli ok ufficiali dell’assemblea e del cda (ai primi di gennaio 2013) ma, nella calza della Befana, per Saiagricola (“impero” viticolo ieri di Fondiaria-Sai, oggi di Unipol, dopo la fusione tra l’ex gruppo della famiglia Ligresti e quello bolognese, che ha dato vita ad UnipolSai, ndr), potrebbero esserci investimenti importanti nel segno dell’accoglienza enoturistica e della maggiore produzione di grandi vini. Segno che anche la nuova proprietà (Unipol è al 61% delle azioni) del neonato colosso italiano delle assicurazioni e della finanza, non è immune al fascino di Bacco.

“Se il piano industriale 2013-2015, che comprende anche i progetti per le tenute di Saiagricola, come ci auguriamo, sarà approvato dall’assemblea dei soci e dal cda - spiega a WineNews l’ad Domenico Terzano, alla guida di una realtà che conta 5.000 ettari, di cui 300 vitati, utile operativo complessivo nel 2011 di 1 milione di euro per una produzione complessiva sui 2 milioni di bottiglie, diviso tra la Fattoria del Cerro a Montepulciano, La Poderina a Montalcino, Còlpetrone a Montefalco, Montecorona a Umbertide (dove non ci sono vigneti e produzione di vino, ndr), Monterufoli a Pisa e Arbiola in Piemonte - arriveranno investimenti importanti. Vogliamo dare più visibilità a tutto il gruppo Saiagricola, e innanzitutto alla nostra cantina a Montalcino, la Poderina, investendo nella struttura e acquistando anche gli ettari di vigneto che oggi conduciamo in affitto (e che si aggiungerebbero ai 26 già di proprietà), per cavalcare un successo che non conosce battute d’arresto, come quello del Brunello di Montalcino. E poi investiremo in accoglienza agrituristica, in particolare a Montepulciano, nelle strutture di Fattoria del Cerro, e a Monterufoli, a Pisa”. Niente “fuochi d’artificio”, precisa Terzano, ma investimenti importanti e concreti, assemblea permettendo, sembrano più che probabili. Perché vino, terreni e solide mura, di questi tempi, continuano ad essere asset importanti anche (o soprattutto) per chi lavora con l’alta finanza.

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