Il metodo di calcolo del Nutri-Score, l’etichettatura nutrizionale applicata in Svizzera, in Francia ed in altri Paesi europei sugli imballaggi alimentari, ha, da sempre, creato divisioni, soprattutto tra i produttori italiani. Un sistema di etichettatura, basata su un “semaforo” con adesivi che vanno dal verde al rosso, abbinati alle lettere dalla A alla E, che, nelle intenzioni dei promotori, mira a informare il consumatore sui benefici o svantaggi per la salute degli alimenti, ma che ha trovato tanto posizioni favorevoli che critiche, basti pensare al fatto che tanti prodotti del patrimonio enogastronomico italiano vengono “bocciati”, sostanzialmente perchè non si tiene conto delle quantità di consumo corrette, ma solo della concentrazione di grassi, sale, zucchero e così via. Adesso, però, arriva una novità significativa, una “retromarcia”, comuque limitata per prodotti e geografia, ma non meno importante, da parte di un “big” del settore alimentare, la Nestlè. Come si legge nel sito di Nestlé Svizzera, “Nestlé ha deciso di ritirare gradualmente il Nutri-Score dai suoi marchi locali Cailler, Thomy, Leisi, Incarom, Chokito, Henniez, Nestea e Romanette. Questa decisione riguarda solo i marchi venduti esclusivamente sul mercato svizzero. Tutti gli altri marchi Nestlé venduti in Svizzera continueranno ad esporre il Nutri-Score.
La Nestlé continua a sostenere e implementare Nutri-Score in altri Paesi europei in cui i Governi supportano questa etichettatura nutrizionale”. Il motivo, ha spiegato il “colosso” alimentare, è che “a più di 5 anni dalla decisione di aderire al Nutri-Score, è chiaro che questa etichettatura nutrizionale non ha avuto la diffusione sperata qui in Svizzera: molte aziende non hanno mai aderito, i principali attori si sono ritirati, il sostegno politico è diminuito e il risultato è che oggi siamo praticamente gli unici ad utilizzare ancora il Nutri-Score nelle categorie di prodotti in cui siamo presenti. Lo scopo del Nutri-Score è quello di aiutare i consumatori a confrontare il valore nutrizionale dei prodotti all’interno della stessa categoria e aiutarli a fare scelte più consapevoli. Questo valore aggiunto scompare se solo un marchio o una manciata di prodotti portano l’etichetta”. I marchi internazionali disponibili in Svizzera continueranno ad esporre il Nutri-Score, mentre l’eliminazione dai marchi locali Nestlé nel Paese rossocrociato “avverrà gradualmente per evitare sprechi di imballaggio” a partire da metà 2025 per concludersi alla fine del 2026.
Il vice presidente del Senato della Repubblica e senatore della Lega, Gian Marco Centinaio (ed ex Ministro delle Politiche Agricole, ndr), ha commentato che “il fallimento del Nutriscore è sempre più sotto gli occhi di tutti. La decisione di Nestlè di abbandonare questa etichettatura in Svizzera conferma che questo strumento non funziona e sono i consumatori i primi a rendersene conto. La scelta della multinazionale nasce proprio dallo scarso sostegno ricevuto dall’etichetta a semaforo. I cittadini svizzeri, con il passare del tempo, si sono resi conto dell’assurdità dei risultati dettati da un algoritmo sballato ed evidentemente hanno iniziato a ignorarli. Noi lo avevamo capito dall’inizio”. Il senatore Centinaio ha aggiunto che “le etichette sono uno strumento fondamentale di marketing per le imprese e di informazione per chi va a fare la spesa. Il loro compito non deve essere quello di allarmare i consumatori, ma di aiutarli a compiere scelte consapevoli. Vale per il cibo, come per il vino. Se un’etichetta riporta informazioni false, come quando afferma che i cibi prefritti siano più salutari del Parmigiano o che un bicchiere di vino sia dannoso come un pacchetto di sigarette, finisce per manipolare il mercato e fornire un cattivo servizio ai cittadini”.
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