Alla fine, dopo tanti allarmi e battaglia, non ci sarà nessun sistema di etichettatura a semaforo o con bollini neri, o tassazioni, che penalizzeranno il made in Italy, e, ovviamente, le altre produzioni tradizionali di tanti altri Paesi. Così ha stabilito l’ultima e definitiva versione della risoluzione dell’Onu (su indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) in tema di alimentazione. Un risultato di cui si è rallegrata tutta la filiera italiana, da subito in prima linea sull’argomento. Ad annunciarlo per primo, nella tarda serata di ieri, il Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio (che nel frattempo ha rinnovato il memorandum di intesa tra Ministero ed il gigante dell’ecommerce cinese Alibaba, per la tutela del made in Italy agroalimentare), che ha sottolineato come l’Italia abbia “chiesto a tanti Stati di appoggiare la nostra posizione perché riteniamo che l’etichetta a semaforo sia potenzialmente pericolosa e fuorviante. La posizione italiana in materia è e rimane quella di un’icona a batteria che indichi la percentuale di nutrienti e che consenta di visualizzare le componenti nutrizionali quali calorie, grassi, zuccheri e sale. Abbiamo sventato quello che sembrava un vero e proprio attacco per mettere in difficoltà i prodotti tipici del nostro Paese. Indicazioni ingannevoli e fuorvianti non fanno bene all’economia di nessun Paese. Ora è il momento di guardare avanti e occuparci di promozione, tutela e tutto ciò che possa aiutare concretamente il settore. Continueremo a vigilare affinché i nostri prodotti vengano tutelati e salvaguardati in ogni parte del il mondo”. E il plauso è arrivato unanime anche dalle organizzazioni di categoria.
“Quando l’Italia fa squadra è assolutamente vincente. Ringraziamo il Governo e, in particolare i ministri Centinaio e Moavero, per il successo che è stato conseguito in sede Onu. Il sistema agroalimentare italiano è stato adeguatamente tutelato - ha commentato il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - non ci saranno bollini neri, tasse discriminatorie, né semafori a penalizzare, senza alcun fondamento, i nostri prodotti agroalimentari. La corretta informazione dei consumatori deve poggiare su basi scientifiche e non su interessi di parte”.
“L’attenta e preziosa attività diplomatica del nostro Paese ha permesso di evitare bollini allarmistici o tasse per dissuadere il consumo di certi alimenti che avrebbero messo alla gogna l’85% in valore del made in Italy a denominazione di origine (Dop), dal Parmigiano Reggiano al Prosciutto di Parma fino all’extravergine di oliva considerato unanimemente un elisir di lunga vita”, ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini.
Apprezzamento ha espresso anche il neo presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio(subentrato a Luigi Scordamaglia) che ha ricordato come “l’industria alimentare italiana ha conquistato nel mondo una reputazione di assoluta eccellenza e rappresenta un patrimonio che abbiamo il dovere di valorizzare. Il nostro comparto del food è oggi il secondo settore manifatturiero del Paese, con circa 56.000 imprese, per un fatturato che raggiunge i 140 miliardi di euro e copre l’8% del Pil nazionale. Elementi, questi, che si traducono in 385.000 posti di lavoro”.
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